“Siamo
diversi, ma siamo uguali” diceva Nanni Moretti nel film “Palombella
rossa”, datato 1989, riferendosi alla crisi dell’allora Partito
Comunista che di lì a poco avrebbe travolto il destino della
sinistra italiana, precedente allo scandalo di tangentopoli, in cui
di fatto venne azzerato ufficialmente il partito socialista italiano,
e regalando un profondo senso di smarrimento all’ elettorato di
sinistra progressivamente deflagrato in mille piccoli universi, che
a tutt’oggi fanno fatica ad incontrarsi. Ma se questa crisi di
identità, politica e personale di Moretti voleva riferirsi ad un
fattore ideologico e culturale che mettesse in discussione quel
partito (il PCI) e il disagio di un militante/persona che vuole a
tutti costi un miglioramento sociale e umano (le parole sono
importanti, chi parla male pensa e vive male!), in che modo la
sinistra italiana non ha saputo cogliere al balzo questa provocazione
nel senso più positivo del termine? Provocazione che, in questo
caso, non significa distruzione a mio parere, tutt’altro. In che
modo non si è saputo cogliere un progressismo necessario per
ristabilire una credibilità politica ed intellettuale? Come è
possibile che nelle battaglie per i diritti civili la moderna e
democratica Italia sia agli ultimi posti della classifica Europea?
Perché parlo di essere progressisti? Credo che in Italia purtroppo
una certa classe politica della sinistra italiana non abbia saputo
stare al passo con i movimenti e non li abbia sostenuti abbastanza
oppure pronta a prendersene meriti quando non gli spettavano (penso
ad esempio ai referendum sull’acqua pubblica).
Pochi giorni fa a
Bologna è sfilato un grande corteo di manifestanti pacifici e
orgogliosi della propria personalità che purtroppo è passato
inosservato, snobbato dai media ma anche e soprattutto da buona parte
del mondo politico, il Pride. Una manifestazione gioiosa e serena
nella quale non c’è più neppure bisogno di quella
caratterizzazione nel nome della stessa che a molti fa storcere il
naso; segnale questo a mio parere importante per le sorti del
movimento, è la volontà di far capire che non esiste una minoranza
e che la crisi dei DIRITTI civili riguarda tutti. Soprattutto in
questa Italia piena di ignoranza e di pregiudizi. Come un Moretti
perduto nell’identità a cui sono venuti a mancare i valori e le
sicurezze per realizzarsi ed essere persone migliori, la sinistra
italiana deve ripartire proprio da qui. Perché la questione dei
diritti è fondamentale per una questione identitaria: chi sono i
diversi? perché ci si scandalizza di fronte a delle persone che non
compiono alcun atto criminoso mentre su altri fatti più gravi
restiamo tranquillamente indifferenti ogni giorno?
L’
orgoglio dell’identità è un tema che riguarda tutti e che
Sinistra, Ecologia e Libertà deve portare avanti senza essere
intimorita da pregiudizi di alcun tipo per portare avanti una buona
politica che si batta per il riconoscimento dei diritti delle coppie
di fatto e la presentazione
di una legge di iniziativa popolare nella quale si preveda il
riconoscimento delle unioni civili, con gli stessi diritti fra coppie
omosessuali e coppie eterosessuali,
perché non esistono persone diverse ma l’importanza e la ricchezza
delle diversità.
Rocco D'Aguanno
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