Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

domenica 27 marzo 2011

La guerra: chi ci guadagna? E..cosa si rischia?

All'alba di una nuova guerra, questa, contro la Libia, mi sono chiesto: "cosa sta succedendo?". Insomma, dopo le guerre in Afghanistan e Iraq, l'America, sull'onda del rifiuto del bellicismo e delle richieste sempre più pressanti di ritiro dei contingenti militari in quei luoghi, ormai vespai di guerre civili, aveva eletto Barak Obama, che aveva promesso di consegnare la guerra al passato, per sempre.
E ora?
Ora, trascinati da un folle Sarkozy in preda alla crisi di consensi elettorali (e in vista delle elezioni politiche), ci ritroviamo una pioggia di missili americani e canadesi sulla testa di Gheddafi e dei suoi bunker, ma soprattutto, per quanto "intelligenti" possano essere le bombe, sulle teste dei civili libici, sempre più travolti dagli interessi che stanno dietro questa guerra.
Interessi? Petrolio e metano, ovviamente, ma non solo! La voce che si fa più insistente, a metà tra i complottismi fantasmagorici del New World Order e le superstizioni maya sulla fine del mondo, è quella che l'industria bellica americana (e mondiale), ABBIA BISOGNO DI GUERRE per smerciare tutte le armi che si ritrova stoccate nei suoi magazzini.
Ed in fondo, chi insegnò l'arte bellica ad Al Qaeda? Chi vendette le armi a Saddam? E a Gheddafi? E' noto che nelle loro mani violente stringono armi americane, ma anche italiane.
Ecco quindi che non è così assurdo pensare che le guerre nascano perchè c'è bisogno di farle, anche perchè quelle famose armi di distruzione di massa (in Iraq) non si trovarono mai; rimane quindi da chiederci cosa si rischia.
Se siamo in mani a potenze più o meno nascoste che sono in grado di fatto di orientare la politica internazionale sui loro interessi, cosa impedirà loro di innescare un'altra crisi militare, o anche solo economica?

Infine volevo spendere due parole sulla "fortuna" del governo Berlusconi.
Immaginate un governo allo sbando, la cui incapacità funzionale è stata palesata in ogni suo recondito anfratto, sbugiardato da tutti sotto l'onda del malgoverno e del malcostume, ormai all'orlo del baratro, dopo mesi di accanimento terapeutico...trova un salvatore: la guerra.
La guerra, di fatto gestita in maniera decorosa dal ministro la Russa (che tronfio nel suo volto luciferino riferisce a Santoro su come egli abbia impedito che l'Italia si unisse ai bombardatori, ritagliandole invece un ruolo di prestigio, quello di distruggere i radar del Rais, e una capacità mediatoria per il dopo), ha ridato un ruolo, seppur apparente, all'Italia sul piano internazionale (col comando delle operazioni navali in Libia) e allora Frattini, il ministro fantasma che riferì in paralmento solo per la villa di Gianfranco (Fini), può fare la voce grossa e mettere i bastoni fra le ruote alla Francia, già zoppa di suo (in quanto la proposta di ergersi al di sopra della Nato è decisamente irricevibile a livello internazionale) e di prospettare un Berlusconi ora (finalmente) muto in vista di un ruolo eminente nella futura ricostruzione diplomatica con la nostra "ex-colonia".
In più la guerra ha dato improvvisamente corpo, anima e volto al fantasma evanescente dell'immigrazione, usato come bandiera dalla Lega, ma dato per morente di fronte ai più urgenti temi del lavoro e dell'impoverimento generale; ora, quello che è un inedito e inaudito moto libertario che sta dirompendo in tutto il nordafrica (ps: adesso anche la Siria è in rivolta, fateci caso), si sta trasformando in un inaspettato periodo di vacche grasse per il popolo verde.
Lampedusa si riempie di profughi, i CPT sono stracolmi in ogni parte d'Italia, "è finalmente emergenza" avrà detto Bossi al Trota, e allora potranno riempirsi la bocca di grandi parole: "abbiamo affrontato un esodo biblico", "abbiamo gestito la guerra", "abbiamo normalizzato la situazione", quando probabilmente, come successe per l'Aquila e per i rifuiti di Napoli, così non sarà, ma ovviamente, a Carnevale e in campagna elettorale ogni scherzo vale! 

Tristezza.

By, Bello Andrea.

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