Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

martedì 11 febbraio 2014

Una delegazione di Sinistra Ecologia Libertà in visita ai detenuti del carcere di Treviso

Una delegazione di Sinistra Ecologia Libertà composta dall'On Giulio Marcon ed i due Capigruppo alla Provincia e al Comune di Treviso, nel pomeriggio di sabato ha visitato il carcere di Treviso.
 L'istituto di pena Trevigiano ovvero la casa circondariale di Treviso è un carcere che si trova in comune Treviso.
La struttura, aperta sul finire degli anni 1940, si articola in tre sezioni: una "circondariale", dove si trovano i detenuti in attesa di processo, una "di reclusione", per i detenuti condannati in via definitiva, e una piccola area dedicata ai detenuti in semilibertà.
L'istituto è in grado di ospitare 127 detenuti e sette semiliberi, ma la capienza definita "tollerabile" raggiunge i 151 detenuti.
Ora secondo gli ultimi dati ricevuti, il numero di persone presenti all'interno della struttura, supera abbondantemente le 210 unità.
Come tutte le carceri italiane anche quello di Treviso soffre di problematiche di sovraffollamento, i detenuti hanno espresso il loro disagio con varie forme di protesta.
La visita è iniziata con un primo incontro, con il direttore del carcere, cui abbiamo posto una serie di domande sullo stato dei detenuti, sullo stato della struttura (molto vecchia) e sulla situazione di sovraffollamento presente nelle celle.
Certamente il quadro descritto non è stato confortante. Ormai nella struttura penitenziaria è presente una serie di detenuti. Molti sono quelli in attesa di giudizio e numerosi sono i presenti a causa della legge Fini Giovanardi.
Ci siamo resi disponibili subito (per le nostre possibilità), a cercare di mitigare il disagio dello stato di chi vive all'interno, attraverso l'impegno per una rapida sistemazione del campo di calcio e non solo (un ampio spazio all'aria aperta, dedicato allo sport), e quello di trovare le risorse necessarie per diminuire le mancanze igieniche (saponi o altro) e anche quella di continuare nella azione della provincia accanto al carcere, attraverso l'ordine di casette di legno per i nidi di uccelli  , con cui i detenuti possono dedicare il loro tempo lontano dalle celle, lavorando  nella falegnameria dell'istituto di pena.
Forte comunque è stato un senso di grande oppressione presente in tutti , causato dal pensiero di come molti detenuti vivono sempre al limite di una qualsiasi forma di rispetto dei diritti umani.