Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

giovedì 17 maggio 2012

Centro giovani : una storia di ordinaria follia

Molto spesso, in questo distaccamento da parte dell’opinione pubblica rispetto al bene comune e alla cosa pubblica, ci dimentichiamo di tenere sotto controllo gli interessi della comunità in cui viviamo, e così succede che il cittadino che dovrebbe essere il primo garante della correttezza delle scelte della propria classe dirigente, diventa invece complice del suicidio collettivo sull’altare degli interessi di pochi.
Le battaglie diventano un fenomeno di origine elitaria, completamente distaccate dal tessuto sociale e così facendo perdono di potenza, restano solo i gruppi o le associazioni che si ritrovano sole di fronte al potere e inermi rispetto alle sue scelte scellerate.
La storia che vi voglio raccontare sta sera parla proprio di questo, di come la collettività ha costruito un progetto e di come un amministrazione si sia sentita legittimata a toglierlo, senza avere un coro unanime di disapprovazione. 
Torniamo indietro  di  circa una dozzina d’anni, siamo proprio qui a Mogliano, c’era un clima sociale molto vivace e partecipato in quel periodo che portò alla creazione di molti movimenti e molte associazioni, una di queste era formata da un gruppo di ragazzi e ragazze neomaggiorenni che insieme all’amministrazione parteciparono ad un concorso Europeo per vedersi assegnare i fondi per la costruzione di una struttura che potesse stimolare il protagonismo giovanile. Era forse l’ultimo tassello mancante per completare un impianto di welfare invidiato da molte altre realtà del territorio.

Succede poi che il concorso viene vinto, viene fatto il progetto e cominciano i lavori.
In poco tempo viene finalmente costruito il centro e inaugurato nel 2008 con la prima giunta Azzolini di centrosinistra. Diventa ben presto un fiore all’occhiello per la nostra città, dato che si trattava dell’unica struttura di questo tipo presente nel territorio Trevigiano.

Viene fatta una gara d’appalto per la gestione di questa grossa mole di servizi, che viene poi vinta dalla cooperativa CARACOL. Gli operatori entrano subito in contatto con i giovani dell’associazione Nite Park creando un sodalizio molto forte che dona nuova linfa alla città sotto il profilo artistico, culturale e aggregativo. In pochi mesi il Centro Giovani “ La Svolta” diventa un polo attrattivo non solo per la popolazione giovanile Moglianese, ma per tutto il Veneto. 

Sarebbe però troppo semplice chiudere questo nostro racconto con questo che sarebbe comunque un ottimo lieto fine. Infatti da quel momento in poi la situazione è precipitata vertiginosamente. Caduta la Giunta Azzolini entra in ballo il commissario che chiude il Centro per motivi burocratici, a suo dire, e promette comunque che si tratta di un passaggio obbligato ma temporaneo e che in breve tempo la struttura sarebbe stata riaperta, la realtà però è che ancora ad oggi, dopo quattro anni la struttura è chiusa e in crescente degrado.

Dopo l’ anno di commissariamento le forze politiche si riorganizzarono in vista delle elezioni e il centrosinistra in preda alla solita guerra fratricida decide di scaricare Azzolini e la sua “Lista Giovani”, che salta il fosso e si propone in un’inedita alleanza con la Lega Nord. Nel programma elettorale viene inserita tra i punti la riapertura della struttura, ma ben presto l’ex sindaco si deve trovare a fare i conti con i mal di pancia leghisti che non vedono di buon occhio la potenza socio-culturale del centro. Così una volta rieletto, in preda ad un orgasmo Padano, Azzo giustifica la mancata riapertura del centro con il fatto che era stata trovata della marijuana nel parco. Perché logicamente se si trova della droga per strada la soluzione per debellare il problema alla radice è chiudere quella via. Un’argomentazione a dir poco imbarazzante e paradossale per un uomo che fino ad un anno prima era stato uno dei promotori principali del centro.

Ma la pagina più nera di questa storia si consuma in Consiglio Comunale, il 21 Dicembre del 2009, quando la maggioranza propone la vendita di alcuni beni immobili ad SPL fra cui il Brolo, villa Longobardi e parte del complesso Piranesi.

Comincia a girare la voce che tra questi beni rientri anche il Centro Giovani, e questo spinge i ragazzi dell’ associazione Nite Park ad accorrere in massa al consiglio, salvo poi scoprire che nella delibera presentata non era per nulla menzionata “la Svolta” e così, rasserenati dalla notizia, dopo due ore e mezza i ragazzi abbandonano la sala. Quando l’ ultimo varca l’ uscita del portone del Municipio, un consiliere della lista Giovani propone un emendamento per mettere in vendita anche il Centro Giovani, tra le malefiche risate dei consiglieri di maggioranza e del Sindaco. Ribassando il prezzo a 900.000 Euro. 



Col senno di poi si può parlare di una vera e propria strategia poiché la società che già allora vantava 4 milioni di Euro di debiti, oggi è in liquidazione e non essendo più l’ immobile di proprietà del comune, quest’ultimo non ne può neanche fruire dei servizi, salvo con patti a breve termine.

Allo stato attuale la struttura è lasciata a se stessa, come una grande cattedrale nel deserto chiusa ai fedeli,questi ultimi coccolati dal ricordo e percossi nel cuore dalla realtà, dal vedere come l’ erba alta divora i muri, come la polvere si posa a sacchi sui tavoli, come i vandali seminano immondizia, come la pioggia allaghi il piano terra, come i murales artistici che una volta addobbavano gli esterni ora siano stati offuscati da razzie varie.

A lottare sono rimasti due gruppi di ragazzi, Seekers e Nite Park, che continuano quella che ormai sembra una battaglia contro i mulini a vento, soli di fronte all’ opinione pubblica, alle associazioni e al comune.

Facendo un analisi e dovendo valutare quali sono le cause a mio avviso bisogna muoversi in due direzioni. La prima è quella politica, precisamente quella della Lega Nord che già nel suo esprimersi denota un lessico che fa a pugni con la cultura, e anche nelle sue agire e in quelle che sono le sue scelte ha un concetto di quest’ultima che si può riassumere con un piatto di radicchio e una bottiglia di prosecco. La xenofobia si manifesta non solo sotto il profilo razziale, ma c’è anche un forte fattore culturale, per cui si rimane ancorati alle proprie convinzioni, non accogliendo le nuove che arrivano e restando quindi relativamente ignoranti rispetto al mondo che ci circonda. Vi chiederete cosa centra questo con “La Svolta”, bè la svolta gli fa paura, perché là si produceva cultura, era una fabbrica in continua espansione che a confronto con quella del Carroccio l’ avrebbe sovrastato e distrutto sotto il profilo socio-emotivo ed elettorale, quindi è stata eliminata alla radice.

In seconda battuta dobbiamo guardare ad un modello di sviluppo urbano diverso da quello attuale, poiché si costruisce in maniera incontrollata e senza pensare all’ aggregazione degli uomini. Viviamo difronte a generali di cemento, inglobati in gabbiette da uccellini che chiamiamo monolocali e non sappiamo a mala pena come si chiama il ragazzo che abita il poltrone di fronte al nostro. La distruzione dei parchi pubblici, la desolazione delle piazze sono solo alcuni dei processi che portano alla solitudine l’ essere umano. Come dice John Donne “ nessun uomo è un isola”, c’è bisogno di condivisione e di circolazione delle idee, dei pensieri, delle storie e delle emozioni, perché solo con l’ interscambio far tutti potremmo tendere ad una crescita della collettività, sennò se tutto questo resta chiuso nelle nostre menti e non ha valvole di sfogo resta tale e quale, non tenderà mai né al peggio né al meglio, ma rimarrà in una assoluta piattezza noiosa. Per questo dobbiamo stimolare la costruzione e la messa in opera di luoghi di aggregazione traendo spunto dalla antica idea di Agorà dei Greci, dove si dialogava e si parlava della cosa pubblica e ci si sentiva realmente parte di un corpo unico.

Questa storia che vi ho raccontato questa sera potrebbe essere accompagnata da mille e altre storie, il senso però che vi voglio far passare è che la cattiva politica è inversamente proporzionale al tasso di partecipazione dei cittadini. Più la popolazione si astiene e se ne frega e più ci trasformiamo da democrazia in oligarchia, il governo di pochi, che incontrollati allungano le mani sul patrimonio di tutti.

“Libertà è partecipazione” Giorgio Gaber.





Giacomo Nilandi. 


3 commenti:

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  2. Grazie per aver ricordato questa storia.
    Ormai quell'edificio è andato per sempre e la colpa cadrà comunque sui giovani, sia per la sua gestione sia per il suo degrado.
    Mi piace ricordare che una delle sale prova è stata data in concessione gratuita a Le Orme in pochi secondi, cambiata la serratura e fuori tutti i gruppi che ci suonavano... segno che se si voleva, le autorizzazioni a lavorare nello spazio potevano avere dei tempi velocissimi.
    Ora date attenzione all'associazione dello Skatepark di Mogliano.
    E' una risorsa preziosa e tutti dovremmo ai ragazzi grazie per l'immenso lavoro gratuito che stanno svolgendo da anni, chiedendo solo maggiore responsabilità.
    E' una risorsa preziosa che tutti dovrebbero ricordare e non solo in campagna elettorale.

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  3. grazie a te anna , storia triste ed infelice della città....una delle tante .

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