Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

domenica 22 aprile 2012

opposizione non fa rima con pressapochismo


Fare l’opposizione non è meno impegnativo, per un amministratore, che militare nella maggioranza. Stare in minoranza significa infatti svolgere una attività di controllo dell’amministrazione per conto dei cittadini, che hanno meno possibilità di accesso e di conoscenza di ciò che bolle nella pentola di chi regge il potere esecutivo, e avanzare proposte nuove, o alternative, per incalzare e stimolare, o per modificare, le scelte che vengono fatte. Questo obbliga ad una maggiore accuratezza nell’esame dei provvedimenti, e ad una costante attenzione sull’intera attività dell’amministrazione. Si tratta di una funzione indispensabile in democrazia, e che inoltre contribuisce a far funzionare meglio l’amministrazione nel suo complesso. Per questo sentiamo l’obbligo di prendere le distanze dall’attività di dossieraggio che il gruppo provinciale del partito democratico sta portando avanti, ritenendola lesiva dell’autorevolezza e della credibilità dell’intera opposizione. Non si tratta di tacere degli sprechi dell’amministrazione Muraro, anzi ci pare di avere le carte in regola per poter rivendicare anche per il passato una certa iniziativa sul fronte della sobrietà e del corretto utilizzo delle risorse pubbliche da parte della Provincia. Riteniamo però che non si debba mai scadere nel pressapochismo e che non si debba sparare sul mucchio tanto per andare sui giornali. Anche perché ne va del rispetto dei soggetti che interagiscono con l’Ente Provincia, e che non sempre  è corretto affermare che sprechino i soldi. Tantomeno possiamo accettare la doppiezza di comportamento tra ciò che si fa e si dice dentro l’aula consigliare e quello che poi si vuol fare intendere ai cittadini attraverso i mezzi di informazione. Non è in nessun modo giustificabile il comportamento di chi vota in commissione un contributo e poi attacca pubblicamente come spreco quel contributo, senza anzitutto fare autocritica e spiegare il proprio cambio di opinione. Ci auguriamo che il gruppo consiliare del partito democratico recuperi una sobrietà e un equilibrio di comportamento che sembra aver smarrito,  in questa come in altre occasioni, e prenda sul serio la propria funzione istituzionale di opposizione .

Luigi Amendola 
Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà
Provincia di Treviso



domenica 1 aprile 2012

Una speranza organizzata per una buona Politica



Il dibattito politico e culturale che in  questi giorni sta affrontando il mondo della “sinistra” è quello della necessità di ritrovare modi e forme per una buona politica nel nostro Paese.
E’ questo, però, il primo punto particolarmente dolente: come possiamo parlare di buona politica se siamo di fronte  alla sua  crisi,  se siamo di fronte alla presenza di un governo tecnico che interpreta convenienze di mercato e comprime le nostre vite , se siamo di fronte all’indignazione di tanti cittadini che denunciano il degrado, le ingiustizie, le difficoltà sentendosi però contro la politica e vivendo la frustrazione di una perdita di senso per una alternativa? Sembra paradossale, ma la risposta ci viene proprio dalla politica stessa vista, però, nella sua essenza, cioè nella prefigurazione di un mondo più giusto,  nello sguardo verso la fragilità dell’umano, in una progettualità rivolta al bene comune, nella  dimensione  dell’ eticità, della gratuità  e della partecipazione collettiva.
E’ questo il secondo punto: la democrazia partecipata. Il forte movimento per l’Acqua Pubblica e contro il Nucleare, i movimenti No Tav e No Dal Molin, le proteste dei precari e degli studenti e , non ultimo le vittorie dei sindaci De Magistris, Pisapia e Zedda hanno chiaramente indicato che nella nostra società è fortemente sentito il bisogno di esserci, di esserci consapevolmente su progetti condivisi, di fare parte, insomma, di un’idea condivisa di società, per i diritti, per la difesa del territorio, del lavoro e  delle tutele sociali.
L’esperienza ci insegna però, che le vittorie ottenute non sono avvenute escludendo la politica, ma mettendola al centro stesso del problema.
E’ importante pensare che i beni comuni ( penso all’acqua ad esempio) siano  non solo gestiti da Enti pubblici,  ma debbano recuperare una dimensione della collettività nei modelli di gestione. Questa è una visione politica che dovrebbe riguardare tutti i beni pubblici . Il bene comune dovrebbe essere un modello delineato nei parametri della democrazia e quindi nei parametri della partecipazione dei cittadini.
Il disegno lucidissimo della privatizzazione del tutto per i profitti di pochi, la dilagante speculazione immobiliare, la distruzione continua di territorio, la precarietà e la mancanza di lavoro, la crisi verticale della democrazia, tutto ciò ci dice che è urgente e necessario un cambiamento soprattutto culturale nella nostra idea del fare politica che deve passare attraverso la costruzione di un nuovo pensiero culturalmente alternativo per ridare una prospettiva alla “buona politica”.

La politica (e non la tecnica) intesa come idea condivisa di società diverrebbe lo strumento non solo della buona amministrazione, ma della progettazione   del senso  del vivere collettivo dove l’uomo possa sentirsi tale .
Se la progettazione del mondo non la faranno i cittadini attraverso la politica mettendo al centro l’idea di bene comune, allora la farà qualcun altro, altri poteri con altri obiettivi.
La strada che si sta delineando è questa ed è necessario organizzarsi nei singoli territori, creando luoghi inclusivi , mettendo in moto idee, relazioni, iniziative aperte, nuovi fronti .
Se si metteranno in connessione tutti coloro che hanno a cuore e si spendono per la collettività senza pregiudizi di sorta, senza protagonismi o autoreferenzialità sarà possibile ritrovare la politica   e sarà possibile ridare alla “buona politica” una seconda occasione.

Fiorella Fighera