A seguito dell'articolo apparso sulla Tribuna del giorno 19 dicembre, ecco la nostra risposta.
Prendiamo atto di quanto diffuso dall'ufficio stampa, sempre molto solerte, della Siram.
Ci auguriamo che la Siram riesca a convincere i giudici, più che noi, delle sue buone ragioni. A noi sta a cuore che venga fatta chiarezza e che tutti i dubbi vengano chiariti, perché ne va del corretto utilizzo di soldi pubblici. E in un settore, tra l'altro, dove eventuali soldi malspesi o spesi impropriamente significa sottrarre fondi destinati a garantire il diritto alla salute. E quindi non si scherza.
Ci limitiamo a far notare alla Siram che vi sono dei contributi elettorali, regolarmente registrati e del tutto leciti, all'assessore regionale leghista Marino Finozzi per la sua campagna elettorale del 2010. Quindi forse qualche piccolo legame tra l'azienda e il mondo politico leghista esiste o è esistito, anche se l'ufficio stampa intende negarlo.
Sull'inchiesta calabrese ci limitiamo a riportare stralci di documenti ufficiali della Direzione Investigativa Antimafia come riportati a più riprese da svariati organi di stampa nazionali: “La chiave dei rapporti criminogeni va ricercata in quella serie di passaggi milionari tra grandi società che si occupavano di consulenza, ricerca e innovazione tecnologica.
Affari per svariati milioni, che consentivano utili sotto forma di crediti d’imposta e garantivano il riciclaggio di soldi sporchi. Oscuri traffici che coinvolgevano direttamente Belsito e gli amministratori di alcune aziende che operavano anche in Calabria. Tra queste sicuramente anche la Siram”. E ancora: “Al Belsito venivano versati, nell’anno 2011, dal gruppo di Bonet 250 mila euro. (...) Detto importo, a detta del Bonet, “comprendeva” anche la questione Paladino legata alla Siram, meglio indicata come “lobby di Giovanni Pontrelli” (direttore generale aggiunto Siram, ndr). Il pagamento di siffatto contributo al Belsito era dettato poiché per il 2011, per ciò che attiene Siram, si era ottenuto un risultato economico pari a dodici milioni di euro».
Per quanto riguarda gli appalti calore per le aree vaste, la situazione che si è venuta a creare nel Veneto è stata a dir poco confusa e ambigua. Ci sono stati 12 ricorsi al Tar, e l'aggiudicazione definitiva è avvenuta sulla base dell'esclusione di ditte che avevano “dimenticato” qualche documento. La cosa strana è che chi concorre abitualmente per appalti di milioni di euro è poco plausibile che commetta errori di distrazione dimenticandosi di allegare tutte le carte. In ogni caso, è vero che a Treviso-Belluno la Siram ha avuto dal Tar l'aggiudicazione dell'appalto, così come è vero che a Venezia-Rovigo è stato il Consiglio di Stato ad annullare la sentenza del Tar che aveva estromesso la Siram.
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Pino D'Aguanno
Mogliano Veneto.
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