Nelle pagine di questo romanzo Pino D’Aguanno immagina una grande collezione d’arte distendersi nella laguna, come un esempio immane di Land Art, celebrando insieme il suo autore – l’artista “scomparso”, eroe eponimo del romanzo – e un’arte inedita, inaudita. Sono pagine visionarie, che arrivano in coda a un racconto che inanella personaggi e vicende al centro dei quali c’è Amos Duga (ma il suo vero nome è un altro, come scopriremo leggendo), l’artista scomparso appunto, e c’è però anche l’io narrante. Tra i due, c’è uno scambio continuo. Si può dire che esistono insieme. In quest’opera postuma, Pino parla anche di sé e del proprio sogno di un’arte nuova e di una vita nuova, l’orizzonte della quale, e l’irraggiungibilità della quale, hanno sempre rappresentato il suo tormento e la sua speranza insieme. La ragione della sua lotta, e il motivo per cui, pur “scomparso”, sarà sempre con noi.
Gianfranco Bettin
Non dimenticheremo mai un uomo come Pino D'Aguanno.
Un compagno, un artista, un combattente, un lottatore.
Un amante della cultura e delle arti, di rara poliedricità e bravura.
Un uomo di sinistra, la cui passione non sarà mai cancellata nè oggi nè mai.
Il suo desiderio di una nuova sinistra come Sinistra Ecologia Libertà, che volge il suo sguardo sempre verso i più deboli, era già presente nella sua mente da tanti anni. Un forza politica capace di governare con la buona poltica e senza demagogia. Questo pensiero, sarà per tutti noi un agire quotidiano, nelle nostre lotte e nelle nostre azioni politiche.
Il suo amare la giustizia sociale, l'equità e i diritti saranno una nostra via da seguire per sempre.
A Pino abbiamo intestato il nome del nostro Circolo.
Molti di noi non ti hanno conosciuto, ma è come se vivessi nei nostri cuori . Il tuo testimone di ideali, sarà sempre tramandato, attraverso i tanti giovani che calpestano i tuoi luoghi.
Ciao Pino
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