Sabato pomeriggio a Venezia si è scatenata una vera e propria guerriglia
tra disobbedienti e forze dell’ordine.
Lo scopo dei manifestanti era quello di impedire ai fascisti di Forza Nuova di
effettuare il loro sit-in a sostegno della famiglia tradizionale: i centri
sociali avevano infatti chiamato a raccolta, in piazzale Roma, mezz'ora prima dell’inizio
del sit-in, gli antifascisti, per bloccare il passaggio dei
Forzanuovisti diretti verso il Tronchetto, salvo poi ritrovarsi davanti 300
poliziotti, 100 carabinieri e 100 finanzieri.
In quel momento sono iniziati gli scontri, con feriti da entrambe le parti e le solite accuse reciproche - e a tratti infantili - su chi avesse iniziato per primo e chi avesse lanciato cosa contro l’ altro.
In quel momento sono iniziati gli scontri, con feriti da entrambe le parti e le solite accuse reciproche - e a tratti infantili - su chi avesse iniziato per primo e chi avesse lanciato cosa contro l’ altro.
Sgombriamo il campo da facili polemiche: sembra inutile
rimarcare quella che dovrebbe essere un'ovvietà, ovvero il fatto che Forza Nuova è
un’organizzazione apertamente fascista, e che quindi in quanto
tale non dovrebbe nemmeno avere la possibilità di esistere in un regime democratico;
come d'altronde è pacifico il fatto che anche nel nostro paese si debba porre
sulla divisa di ogni celerino un numero identificativo, che permetta di
riconoscerlo nel caso in cui (come tante volte è successo) egli abusi del suo potere.
Su questi concetti siamo molto vicino ai centri sociali;
quello che ci vede divisi da loro è stato - e resta - il modo che questi
hanno di portarli avanti. Crediamo infatti che non possa esistere la violenza come
strumento per portare avanti le proprie idee politiche, e consideriamo questo modus operandi tanto fascista quanto l’andare
in giro per Venezia con la bandiera di Forza Nuova.
Questo perché nel momento in cui si inscenano un
lancio di uova e una sassaiola, si lanciano bombe carta, si spaccano le vetrine
e si incendiano auto, si privatizza un bene comune come una piazza. Così
facendo si rende questa piazza praticamente inaccessibile a anziani, bambini e
famiglie, imponendo indirettamente loro solo l’alternativa di scappare.
La violenza inoltre genera solo altra violenza, e non ammette contraddittorio: l’ultimo che resta in piedi vince, mentre l’altro se ne deve andare insieme al suo bagaglio di proposte. Se poi ad essa si aggiunge anche rabbia sociale, ecco che l’obbiettivo passa dalla costruzione alla distruzione, salvo accorgersi dopo aver distrutto tutto di non aver elaborato un'alternativa credibile.
Noi siamo per un sano ANTIFASCISMO militante, dove si scende in piazza per manifestare il dissenso con le nostre bandiere, gridando NO A FORZA NUOVA ed al FASCISMO, ma che noi con la rabbia e la violenza, non avremo mai nulla a che fare.
La sola rabbia genera odio, e l'odio genera violenza. La Destra ha sempre cavalcato le paure e la violenza, e chiediamo che tutto il mondo antifascista non risponda mai con gli stessi modi .
La sola rabbia genera odio, e l'odio genera violenza. La Destra ha sempre cavalcato le paure e la violenza, e chiediamo che tutto il mondo antifascista non risponda mai con gli stessi modi .
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