L’ultima riforma organica del diritto di famiglia realizzata in Italia risale al 1975 all’esito di un percorso cominciato in Parlamento molti anni prima. Da allora la realtà familiare è profondamente mutata, ma non altrettanto ha fatto la legislazione. Oggi si sono affermati più modelli familiari che richiedono di norme di tutela e di riconoscimento e non consentono più di parlare di famiglia al singolare. Le persone che fanno parte delle nuove famiglie hanno necessità di poter realizzare al meglio il proprio progetto di vita e vogliono poter contribuire allo sviluppo di una società più giusta, solidale e coesa. La presente proposta di legge, pertanto, interviene in materia di diritto di famiglia introducendo istituti che regolamentano le nuove famiglie che non hanno nel matrimonio il proprio fondamento. Il numero di coppie che scelgono di costruire una famiglia rinunciando ad accedere al matrimonio o che ad esso non possono accedere è in costante aumento da decenni, al punto che le famiglie cosiddette di fatto sono una realtà sociale importante e consolidata e per nulla marginale. La scelta di non sposarsi può essere definitiva o temporanea, ma in ogni caso queste coppie costituiscono nuclei familiari a tutti gli effetti, all’interno dei quali molto spesso vi sono anche i figli. Tra queste famiglie vi sono anche quelle formate da persone dello stesso sesso alle quali oggi è del tutto precluso l’accesso al matrimonio. Il fatto che le coppie formate da persone lesbiche o gay non possano scegliere se unirsi in matrimonio determina una situazione del tutto peculiare nella quale un nucleo familiare viene costretto a rimanere di fatto, con violazione dei diritti fondamentali della persona ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione. Anche all’interno delle famiglie omosessuali molto spesso sono presenti dei figli frutto di una scelta di maternità o paternità interna alla coppia o nati da precedenti relazioni eterosessuali da un genitore che ha preso tardivamente consapevolezza della sua omosessualità.La realtà familiare è chiaramente variegata, ma mancano del tutto nella legislazione italiana regole che riconoscano diritti, tutele, prerogative e doveri a chi compone le nuove famiglie. Peraltro il nostro paese è uno dei pochissimi all’interno dell’Unione europea e dei paesi occidentali a non aver aggiornato la sua legislazione al mutato quadro della realtà familiare. La situazione attuale è evidentemente sintomatica di una scelta ideologica e conservatrice che ha ingabbiato il diritto civile all’interno di un sistema di valori e riferimenti che nella società sono mutati pur senza dissolversi, dal momento che le nuove famiglie costituiscono un sistema di relazioni, affetti e solidarietà che danno nuova e rinnovata linfa all’organizzazione sociale e allo Stato che riconoscono nelle famiglie un fondamento cellulare della società.Gli altri paesi che hanno una tradizione civile e giuridica comune all’Italia hanno dato pieno riconoscimento legislativo alle nuove famiglie, attraverso disposizioni normative e la creazione di istituti che hanno nomi e contenuti in parte differenti tra loro, ma che sono raggruppabili per caratteristiche comuni.Ad un primo livello vi è la regolamentazione delle famiglie di fatto. Non si tratta mai di una disciplina organica, ma di un nucleo minimo di disposizioni che garantiscono una serie di prerogative in occasione di vicende della vita spesso imprevedibili, come ad esempio problemi di salute che comportano l’impossibilità momentanea o definitiva di intendere e di volere e richiedono che vengano rimesse al partner scelte non derogabili, oppure che tutelano il partner debole della coppia in occasione di una eventuale crisi familiare.Ad un secondo livello vi è la creazione di un istituto a cui la coppia può accedere attraverso la sottoscrizione di un contratto con il quale si riconoscono diritti, doveri e prerogative di natura personale oltre che patrimoniale, e che si differenzia dal matrimonio in termini quantitativi e in relazione alle modalità di rottura del rapporto.Ad un terzo livello troviamo il matrimonio, al quale in alcuni casi possono accedere anche le coppie omosessuali. Il numero di paesi che hanno aperto il matrimonio alle famiglie omosessuali sono in numero crescente, ma ve ne sono alcuni che hanno scelto di creare un istituto riservato alle famiglie omosessuali, coincidente in tutto o in gran parte con il matrimonio dal quale però differisce nel nome. I due paesi che hanno scelto questa soluzione sono la Germania, dove la Eingetrage Lebenspartnerschaft presenta delle differenze rispetto al matrimonio, e il Regno Unito, dove la Civil Partnership è sovrapponibile al matrimonio.In alcuni paesi vengono regolamentate a parte altre realtà di tipo non familiare che si concretizzano in una convivenza a fini solidaristici. Ad esempio in Belgio esistono i cosiddetti contratti di coabitazione, che favoriscono la scelta di due o più persone di coabitare per offrirsi reciproca assistenza o compagnia o per condividere le spese di conduzione della casa, attraverso l’attribuzione alla convivenza di vantaggi fiscali, risparmi sulle utenze o benefici di altra natura. Tali contratti di grande utilità sociale, non hanno a che fare con il fenomeno familiare ed è opportuno rimarcarne la differenza dagli istituti giuridici che regolano le famiglie. Alla base della scelta di costituire una famiglia, infatti, vi è un progetto di vita comune non legato a situazioni contingenti o stati di necessità, che spesso -anche se non necessariamente- include anche la scelta di diventare genitori. La coabitazione cui possono dare vita due o più studenti o persone anziane rappresenta quindi una realtà sostanzialmente diversa.La presente proposta di legge muovendosi nella stessa scia dei paesi sopra citati di pari tradizione civile e giuridica dell’Italia, introduce una legislazione che valorizza tutte le famiglia, eterosessuali e omosessuali, di cui riconosce il valore e la rilevanza sociale.Innanzitutto vengono introdotte disposizioni minime che attribuiscono garanzie e diritti alla coppie di fatto che intendono rimanere tali. È importante, come ha ricordato più volte la Corte costituzionale, rispettare la libertà di chi sceglie di non accedere ad alcun istituto giuridico tra quelli approntanti dall’ordinamento, evitando così che lo Stato si ingerisca in una scelta personale ben oltre quanto impongano di fare doveri di solidarietà sociale. Alle coppie di fatto sono riconosciute garanzie e diritti con particolare riferimento alle situazioni di bisogno. Le disposizioni di questa legge, che non costituiscono una disciplina sistematica, vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti, come ad esempio in materia di nomina di amministratore di sostegno dove il legislatore ha previsto che il giudice in assenza di una scelta del beneficiario nomini amministratore il coniuge o il convivente more uxorio, prima di tutti gli altri parenti.Viene altresì introdotto il Patto Civile di Solidarietà che consente a due persone, anche dello stesso sesso, di stipulare un accordo allo scopo di regolare i rapporti personali e patrimoniali relativi alla loro vita in comune. Si tratta di uno strumento contrattuale che offre ampia libertà e autonomia di organizzazione alle parti che lo contraggono, pur richiedendo loro il rispetto del dovere di collaborare alla vita di coppia, in ragione delle proprie capacità e possibilità. Le parti del patto civile di solidarietà sono equiparate ai coniugi in materia di successioni, di diritto al lavoro e di disciplina fiscale e previdenza. Viene anche riconosciuta la possibilità per una delle parti di adottare i figli dell’altra in assenza di riconoscimento da parte dell’altro genitore naturale.Infine questa legge introduce l’Unione civile, che è un istituto con il medesimo contenuto di diritti, doveri e prerogative del matrimonio, al quale possono accedere solo le coppie formate da persone dello stesso sesso. Occorre premettere che in recenti sentenze la Corte costituzionale (sent. n. 138 del 2010) e la Corte di cassazione (sent. n. 4184 del 2012) hanno finalmente riconosciuto attraverso l’interpretazione del diritto vigente che le persone lesbiche e gay hanno un diritto fondamentale ad essere tutelate quando decidono di formare una famiglia. Secondo i giudici il matrimonio sarebbe possibile anche tra due donne e tra due uomini e il Parlamento ha ogni potere di aprirlo alle coppie dello stesso sesso.L’interpretazione che i supremi giudici italiani hanno dato della Costituzione e dei principi che sovraintendono al nostro ordinamento rispecchia perfettamente quanto previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (cosiddetta Carta di Nizza), la quale vieta la discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale della persona e consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso e il mutato orientamento della Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale nell’interpretare la Convenzione, ha da ultimo riconosciuto che la vita delle coppie omosessuali costituisce vita familiare e che anche esse possono accedere al matrimonio (sentenza Schalk and Kopf contro Austria del 2010).Pur nella convinzione che l’apertura del matrimonio alle coppie omosessuali è l’unico traguardo di uguaglianza e pari dignità per le famiglie omosessuali, essendo il matrimonio un diritto fondamentale, questa proposta di legge introduce il già citato istituto dell’Unione civile.La scelta di creare un istituto riservato alle coppie dello stesso sesso con lo stesso contenuto del matrimonio, anziché aprire l’accesso al matrimonio, ha l’obiettivo di superare l’attuale situazione nella quale la dignità sociale è negata o contrastata e di consentire che nel Paese e nella classe politica si determini un cambiamento culturale che al momento non è perfettamente compiuto.
Filosofia di vita
«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»
Nichi Vendola
Nichi Vendola
sabato 30 giugno 2012
Una volta per Tutti
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mercoledì 27 giugno 2012
Sinistra Ecologia Libertà accanto alla Cgil in piazza oggi a Treviso
Sinistra Ecologia Libertà condivide le ragioni di mobilitazione alla base del presidio che oggi la CGIL terrà alle 17,30 in piazza dei Signori a Treviso davanti alla Prefettura, alla quale parteciperà, contro la riforma del Lavoro del Governo Monti. La riforma sul lavoro che in questi giorni il parlamento sta approvando a colpi di fiducia secondo la Fornero ' toglie gli alibi agli imprenditori per non investire', cioè consente una maggior facilità di licenziamento che, secondo le bizzarre teorie del Governo, dovrebbe portare alla crescita economica. Questa riforma significherà un ulteriore impoverimento sociale del lavoro, ignorando che la crisi è proprio figlia di una svalutazione sociale del lavoro. E non produrrà alcuna crescita, ma soltanto grandi diminuzioni.
Il sottosegretario Polillo ancora una volta si fa interprete esplicito della vulgata ideologica per la quale la crisi è colpa dei lavoratori, che dovrebbero rinunciare alle ferie e ad uno stipendio troppo alto. Le statistiche, e la realtà quotidiana, ci dicono invece che i salari italiani sono i più bassi d?Europa, la disoccupazione in crescita e i consumi interni tracollano. Bisognerebbe colpire i grandi patrimoni e tassare i grandi redditi e le grandi rendite, alleggerendo il carico fiscale sulle famiglie affinché riparta la domanda interna. Cioè redistribuire la ricchezza, che invece si sta sempre più polarizzando tra una massa di impoveriti e pochi ricchi che restano esonerati dai morsi della crisi.
Per uscire dalla crisi bisogna che l'Europa recuperi il suo slancio unitario e solidale e finalmente si democratizzi. La politica di austerità imposta ai Governi dall?egemonia tedesca realizza invece una spirale perversa: aumentando le tasse e riducendo i diritti e gli stipendi dei lavoratori si provoca la recessione economica e la diminuzione delle entrate fiscali, portando a nuovi inasprimenti fiscali e a nuova recessione. E' l'avvitamento della crisi che si è realizzato in Grecia e che si vorrebbe riproporre in Italia.
Le priorità di intervento sul mondo del lavoro è la riduzione della precarietà, che condanna una intera generazione ad un futuro incerto e ad un presente instabile, e politiche per la creazione di posti di lavoro. Per questo servirebbe un piano per il lavoro verde che metta al centro la più urgente opere pubblica della quale il paese ha bisogno: la manutenzione del territorio. E rivedere gli ammortizzatori sociali attraverso l'introduzione del reddito minimo garantito, sul quale SEL inizierà a breve una campagna per una proposta di legge di iniziativa popolare.
Luca De Marco
coordinatore provinciale Sinistra Ecologia Libertà
Il sottosegretario Polillo ancora una volta si fa interprete esplicito della vulgata ideologica per la quale la crisi è colpa dei lavoratori, che dovrebbero rinunciare alle ferie e ad uno stipendio troppo alto. Le statistiche, e la realtà quotidiana, ci dicono invece che i salari italiani sono i più bassi d?Europa, la disoccupazione in crescita e i consumi interni tracollano. Bisognerebbe colpire i grandi patrimoni e tassare i grandi redditi e le grandi rendite, alleggerendo il carico fiscale sulle famiglie affinché riparta la domanda interna. Cioè redistribuire la ricchezza, che invece si sta sempre più polarizzando tra una massa di impoveriti e pochi ricchi che restano esonerati dai morsi della crisi.
Per uscire dalla crisi bisogna che l'Europa recuperi il suo slancio unitario e solidale e finalmente si democratizzi. La politica di austerità imposta ai Governi dall?egemonia tedesca realizza invece una spirale perversa: aumentando le tasse e riducendo i diritti e gli stipendi dei lavoratori si provoca la recessione economica e la diminuzione delle entrate fiscali, portando a nuovi inasprimenti fiscali e a nuova recessione. E' l'avvitamento della crisi che si è realizzato in Grecia e che si vorrebbe riproporre in Italia.
Le priorità di intervento sul mondo del lavoro è la riduzione della precarietà, che condanna una intera generazione ad un futuro incerto e ad un presente instabile, e politiche per la creazione di posti di lavoro. Per questo servirebbe un piano per il lavoro verde che metta al centro la più urgente opere pubblica della quale il paese ha bisogno: la manutenzione del territorio. E rivedere gli ammortizzatori sociali attraverso l'introduzione del reddito minimo garantito, sul quale SEL inizierà a breve una campagna per una proposta di legge di iniziativa popolare.
Luca De Marco
coordinatore provinciale Sinistra Ecologia Libertà
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31100 Treviso TV, Italia
venerdì 22 giugno 2012
Emendamenti di Sinistra Ecologia Libertà al Bilancio 2012 della Provincia
Il Consiglio Provinciale che si riunirà il giorno 28 giugno 2012 avrà al suo primo punto l'esame e l'eventuale approvazione del Bilancio di previsione dell’anno corrente ed il pluriennale 2012 -2014 insieme ad altri documenti allegati tra cui il Piano Opere Pubbliche.
Manifestiamo una profonda delusione e denunciamo come grave inadempienza la totale assenza della somma necessaria per l'ampliamento del Liceo “ Giorgione “ di Castelfranco Veneto . Si tratta di un intervento pubblico urgente e prioritario ormai da anni, in quanto l’attuale struttura è ormai fatiscente. Possiamo dire che per nostro merito il problema è stato spesso portato all’ attenzione sia dell'Assessore alla Edilizia Scolastica che al Presidente Muraro , come una delle opere principali di intervento da inserire nella programmazione triennale dell'Ente .
Tante promesse sono state fatte , anche sulla stampa, ma nulla di concreto è stato mai attuato . Crediamo che Gli studenti del Liceo per molti anni saranno costretti ancora a vivere una grande situazione di disagio. Di sicuro continueremo a lottare affinché si ponga la parola fine a questa vergogna.
Il Bilancio anno 2012 ci appare alquanto lontano dalle vere esigenze dei cittadini trevigiani , lontano dalla realtà che ci circonda.
Un bilancio teso semplicemente a far "apparire "la Giunta Lega Pdl , capace di governare la nostra Provincia, ma concretamente ed esclusivamente concentrato , in via prioritaria , sulla prosecuzione della solita e spesso noiosa attività di propaganda sulle ben poche e spesso inesatte virtù del governo della Provincia di Treviso.
Le vere bellezze della nostra provincia sono ben altre e le difficoltà da affrontare anche a causa di un lungo mal governo , sono tante.
Le vere bellezze della nostra provincia sono ben altre e le difficoltà da affrontare anche a causa di un lungo mal governo , sono tante.
Una provincia in cui abbondano problemi di difficoltà economica reale delle famiglie, una disoccupazione viva e presente e non molto distante come percentuale da quelle di altre province italiane.
Un territorio, il nostro, dove i giovani vivono, come molti loro coetanei di tutta italia , il dramma e l'incertezza di una precariato diffuso e di un futuro difficile.
Un territorio che vanta ben altri record, tra cui quello dove esistono un grandissimo numero di cave la cui attività estrattiva per anni è stata ed è ancora una grande entrata economica per la Lega, a scapito della sicurezza e bellezza del nostro territorio e dove ormai il cemento e l'asfalto sono diventati il paesaggio grigio più frequente .
A queste realtà si è invece continuata in una politica nella gestione della marca trevigiana , rivolta molto spesso a mantenere un " potere " quasi precostituito e blindato da anni di guida Lega e Pdl , che di fatto ha reso la Provincia di Treviso un ente percepito dai cittadini " inutile e costoso" , quando poi, lo stesso, potrebbe avere delle funzioni nettamente diverse e soprattutto aperto alle vere esigenze di un territorio ormai ferito e che non sarà mai più come prima.
A tal proposito abbiamo fin dall'inizio proposto alla Giunta provinciale una serie di problemi “ vicini “ ai cittadini che devono vedere nella Provincia un Ente sempre al loro fianco. Fino a quando l'ente provincia esisterà , continueremo nella nostra attenta e precisa denuncia dei veri sprechi insieme ad una innata attenzione per i più deboli, i cittadini in difficoltà e nella strenua difesa del territorio dove viviamo , contro la rendita finanziaria che con la sua svendita produce.
I nostri sei emendamenti che presenteremo al Bilancio , cercheranno di porre la massima attenzione verso chi è in difficoltà economica a causa della evidente crisi che ci circonda e ponendoci anche come problema (non di poca importanza) la sicurezza di migliaia di cittadini che usano la bicicletta come mezzo principale, cercando anche con il relativo incentivo all'uso di tale mezzo , a contribuire a migliorare la nostra salute.
Quattro emendamenti, saranno presentati per la costituzione immediata di un FONDO ANTICRISI da dedicare alle persone con evidenti problemi di povertà . Una somma di 220 mila euro da mettere a disposizione immediatamente per i poveri della nostra Provincia , attingendo alle spese legali, a quelle della comunicazione e alla quota di adesione che la Provincia paga all'associazione Leghista degli Enti Locali (CONORD) . Inoltre punteremo su un aumento delle sanzioni derivanti dalla attività di Cava e da quelle derivanti dalla violazione del codice della strada;
Un emendamento sarà presentato per la costituzione di un FONDO PER IL MICROCREDITO il cui scopo sarà quello di aiutare lavoratori , pensionati , disoccupati e famiglie nella condizione di affrontare spese urgenti e spesso non previste ( spese sanitarie, affitto di casa, rette scolastiche etc) , attraverso l'erogazione di piccoli prestiti “ sociali “ con una restituzione in piccolissime rate e con una durata di due o tre anni e senza alcun interesse o garanzia da presentare. La somma prevista è di 50 mila euro per l'anno 2012 ricavabile tramite un auspicato aumento delle sanzioni amministrative in materia di tutela ambientale.
Ultimo, ma non meno importante, è un emendamento per far installare sulle strade provinciali , una idonea cartellonistica stradale per porre maggiore attenzione ai ciclisti che percorrono le strade insieme ad una campagna che incentivi l'uso della bicicletta come mezzo prioritario per i piccoli e medi spostamenti .
La somma prevista sarà di circa 30 mila euro e prevediamo che la Provincia la possa trarre dall'aumento delle sanzioni sullo smaltimento dei rifiuti .
L 'intero pacchetto di emendamenti se approvati , porterà ai cittadini trevigiani in evidente difficoltà , la somma totale di :
66o mila euro per il fondo Anticrisi
15o mila euro per il Microcredito
mentre per quanto attiene la sicurezza dei ciclisti , 90 mila euro in tre anni.
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martedì 19 giugno 2012
Orgoglio dell'identità
“Siamo
diversi, ma siamo uguali” diceva Nanni Moretti nel film “Palombella
rossa”, datato 1989, riferendosi alla crisi dell’allora Partito
Comunista che di lì a poco avrebbe travolto il destino della
sinistra italiana, precedente allo scandalo di tangentopoli, in cui
di fatto venne azzerato ufficialmente il partito socialista italiano,
e regalando un profondo senso di smarrimento all’ elettorato di
sinistra progressivamente deflagrato in mille piccoli universi, che
a tutt’oggi fanno fatica ad incontrarsi. Ma se questa crisi di
identità, politica e personale di Moretti voleva riferirsi ad un
fattore ideologico e culturale che mettesse in discussione quel
partito (il PCI) e il disagio di un militante/persona che vuole a
tutti costi un miglioramento sociale e umano (le parole sono
importanti, chi parla male pensa e vive male!), in che modo la
sinistra italiana non ha saputo cogliere al balzo questa provocazione
nel senso più positivo del termine? Provocazione che, in questo
caso, non significa distruzione a mio parere, tutt’altro. In che
modo non si è saputo cogliere un progressismo necessario per
ristabilire una credibilità politica ed intellettuale? Come è
possibile che nelle battaglie per i diritti civili la moderna e
democratica Italia sia agli ultimi posti della classifica Europea?
Perché parlo di essere progressisti? Credo che in Italia purtroppo
una certa classe politica della sinistra italiana non abbia saputo
stare al passo con i movimenti e non li abbia sostenuti abbastanza
oppure pronta a prendersene meriti quando non gli spettavano (penso
ad esempio ai referendum sull’acqua pubblica).
Pochi giorni fa a
Bologna è sfilato un grande corteo di manifestanti pacifici e
orgogliosi della propria personalità che purtroppo è passato
inosservato, snobbato dai media ma anche e soprattutto da buona parte
del mondo politico, il Pride. Una manifestazione gioiosa e serena
nella quale non c’è più neppure bisogno di quella
caratterizzazione nel nome della stessa che a molti fa storcere il
naso; segnale questo a mio parere importante per le sorti del
movimento, è la volontà di far capire che non esiste una minoranza
e che la crisi dei DIRITTI civili riguarda tutti. Soprattutto in
questa Italia piena di ignoranza e di pregiudizi. Come un Moretti
perduto nell’identità a cui sono venuti a mancare i valori e le
sicurezze per realizzarsi ed essere persone migliori, la sinistra
italiana deve ripartire proprio da qui. Perché la questione dei
diritti è fondamentale per una questione identitaria: chi sono i
diversi? perché ci si scandalizza di fronte a delle persone che non
compiono alcun atto criminoso mentre su altri fatti più gravi
restiamo tranquillamente indifferenti ogni giorno?
L’
orgoglio dell’identità è un tema che riguarda tutti e che
Sinistra, Ecologia e Libertà deve portare avanti senza essere
intimorita da pregiudizi di alcun tipo per portare avanti una buona
politica che si batta per il riconoscimento dei diritti delle coppie
di fatto e la presentazione
di una legge di iniziativa popolare nella quale si preveda il
riconoscimento delle unioni civili, con gli stessi diritti fra coppie
omosessuali e coppie eterosessuali,
perché non esistono persone diverse ma l’importanza e la ricchezza
delle diversità.
Rocco D'Aguanno
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Bologna, Italia
sabato 16 giugno 2012
Coinvolgere la città nella modifica del territorio
Due rotonde, una striscia di cemento enorme e 9 milioni di Euro finanziati dalla Regione Veneto e da CAV che vanno a costituire un ulteriore esempio di una cattiva programmazione urbanistica della Regione Veneto ( lega -pdl ) Provincia di Treviso ( lega -pdl ) e Comune di Mogliano Veneto ( lega e pdl e altri).
Se qualcuno spiegasse ai cittadini il motivo di procedere con la costruzione di ulteriore asfalto e cemento nella nostra città , dovrebbe dire anche il perchè . Come si fa a dichiarare (unica motivazione data dal vice sindaco Boarina) , che sia il notevole traffico presente causato dai mezzi su gomma che dal passante di Mestre attraversano la città di Mogliano per raggiungere il Terraglio, a giustificazione di questo intervento?
Non può essere solo questo un valido motivo , perché altre soluzioni possono essere adottate ( come ad esempio un semplice e meno costoso allargamento di altre strade limitrofe). Perché continuare a sacrificare prezioso terreno agricolo su cui si costruirebbe la nuova tangenziale , senza che vi sia un reale beneficio all'utenza?
Perché edificare una orribile rotonda dinanzi ad uno splendido lato della città rappresentato da Villa Boldini?
Perchè i cittadini non sono stati consultati in maniera diretta nell’ambito di una reale progettazione partecipata? Un’opera pubblica si rende necessaria se risponde alle reali richieste della città e preveda sì i costi, ma soprattutto i benefici per la collettività.
Per questi motivi diciamo no alla costruzione della Tangenziale Nord di Mogliano Veneto e lo faremo presentando una immediata interrogazione a Muraro per cercare di fermare i lavori , ritenendo che se dovevano essere spesi quasi 10 milioni di euro , potevano essere investiti in ben altre opere “ utili “ per la nostra città e non in una inutile e orribile lingua di asfalto di cui ne avremmo fatto volentieri a meno.
Luigi Amendola Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà Provincia di Treviso
mercoledì 13 giugno 2012
Reddito Minimo Garantito : la Proposta di Legge di Sinistra Ecologia Libertà
Proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Reddito Minimo Garantito
Art. 1.
(Istituzione del reddito minimo
garantito)
1. Al fine di dare attuazione al
diritto fondamentale sancito dall’articolo 34 della Carta dei
diritti
fondamentali dell’Unione europea e ai
principi di cui agli articoli 2, 3, 4 e 38 della Costituzione è
istituito il reddito minimo garantito.
2. Il reddito minimo garantito ha lo
scopo di contrastare la marginalità, garantire la dignità della
persona e favorire la cittadinanza,
attraverso l’inclusione sociale per gli inoccupati, i disoccupati
e i
lavoratori precariamente occupati,
quale misura di contrasto alla disuguaglianza e all’esclusione
sociale nonché quale strumento di
rafforzamento delle politiche finalizzate al sostegno economico,
all’inserimento sociale dei soggetti
maggiormente esposti al rischio di marginalità nella società e
nel mercato del lavoro.
3. Le prestazioni del reddito minimo
garantito costituiscono livelli essenziali concernenti i diritti
sociali che devono essere garantiti su
tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’art. 117, comma 2,
lettera m) della Costituzione.
4. Entro centottanta giorni
dall’entrata in vigore della presente legge è emanato un
regolamento
d’attuazione ai sensi dell’art.
17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta del
Presidente del Consiglio dei Ministri.
Art. 2.
(Definizioni)
1. Ai fini di cui alla presente legge
si intende per:
a) «reddito minimo garantito»:
quell’insieme di forme reddituali dirette ed indirette che mirano
ad
assicurare un’esistenza libera e
dignitosa; le forme reddituali dirette consistono nell’erogazione
di
somme di denaro, quelle indirette
nell’erogazione di beni e servizi in forma gratuita o agevolata da
parte di Stato, Enti territoriali, enti
pubblici e privati convenzionati;
b) «centri per l’impiego»: le
strutture previste dal decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469;
c) «nucleo familiare»: l’insieme
delle persone che dividono una medesima abitazione che,
indipendentemente dalla composizione
anagrafica, formano una relazione di coniugio o del tipo
genitore-figlio;
d) «lavoratori autonomi»: i
lavoratori che prestano attività lavorativa senza vincoli di
subordinazione e che sono titolari di
partita IVA;
e) «lavoratori a tempo parziale»:
i lavoratori che prestano attività di lavoro subordinato
con un
orario di lavoro inferiore a quello
normale individuato all'articolo 13, comma 1, della legge 24
giugno 1997, n. 196, e successive
modificazioni, o l'eventuale minor orario normale fissato
dai
contratti collettivi.
Art. 3.
(Reddito minimo garantito)
1. Il reddito minimo garantito, quanto
alla forma reddituale diretta, consiste nella erogazione di un
beneficio individuale in denaro pari a
7200 euro l’anno, da corrispondere in importi mensili di 600
euro ciascuno, rivalutate
annualmente sulla base degli indici sul costo della vita
elaborati
dall’Istituto nazionale di statistica
(ISTAT).
2. La persona ammessa a
beneficiare del reddito minimo garantito riceve altresì un
contributo
parziale o integrale per fronteggiare
le spese impreviste, secondo i criteri e le modalità stabilite dal
regolamento d'attuazione di cui
all'articolo 1, comma 4.
3. Le somme di cui al comma 1
sono ricalcolate secondo i coefficienti di cui all’allegato
A, in
ragione del numero dei componenti del
nucleo familiare a carico del beneficiario.
4. L’erogazione in denaro del
reddito minimo garantito, per ogni nucleo familiare, è pari
alla
somma di cui al comma 1, maggiorata
secondo i coefficienti di cui all’allegato A. Il regolamento
d’attuazione di cui all’articolo
1, comma 4 disciplina le modalità di erogazione in
presenza di
minorenni o di più aventi diritto
all’interno del nucleo familiare, assicurando il principio
di pari
trattamento tra i coniugi e tra tutti
gli aventi diritto.
5. Le prestazioni di cui al comma 1 non
sono cumulabili dai soggetti beneficiari con altri trattamenti
di sostegno al reddito di natura
previdenziale, ivi compresi i trattamenti di cassa
integrazione,
nonché con gli altri trattamenti
assistenziali erogati dallo Stato indicati dell'elenco di cui
all'allegato
B.
6. Le prestazioni previste dal comma 1
sono personali e non sono cedibili né trasmissibili a terzi.
7. Le funzioni amministrative di
cui alla presente legge, tenuto conto dei criteri di
sussidiarietà,
differenziazione e adeguatezza, sono
attribuite ai centri per l’impiego. La domanda di reddito
minimo garantito va presentata al
centro per l’impiego del luogo di residenza del
richiedente. Il
centro per l’impiego acquisisce
la documentazione necessaria e provvede nel termine di dieci
giorni. In caso di mancata risposta la
domanda si intende accolta, fatta salva la facoltà di revoca del
beneficio in caso di adozione tardiva
del provvedimento di reiezione della domanda. Il regolamento
d’attuazione di cui all’articolo 1,
comma 4 disciplina le modalità di presentazione, anche telematica,
delle domande e stabilisce gli
ulteriori compiti dei centri per l’impiego.
Art. 4.
(Soggetti beneficiari e requisiti)
1. Sono beneficiari del reddito
minimo garantito coloro che, al momento della presentazione
dell’istanza per l’accesso alle
prestazioni di cui all’articolo 3, siano in possesso dei
seguenti
requisiti:
a) residenza sul territorio nazionale
da almeno ventiquattro mesi;
b) iscrizione alle liste di
collocamento dei centri per l’impiego, salvo che si tratti
di lavoratori
autonomi, di lavoratori a tempo
parziale, oppure di lavoratori che hanno subito la sospensione della
retribuzione nei casi di aspettativa
non retribuita per gravi e documentate ragioni familiari ai sensi
dell’articolo 4 della legge 8 marzo
2000, n. 53;
c) reddito personale imponibile non
superiore ad 8 mila euro nell’anno precedente alla
presentazione dell’istanza;
d) reddito del nucleo familiare in cui
il soggetto richiedente è inserito non superiore all’ammontare
stabilito dal regolamento
d’attuazione di cui all'articolo 1, comma 4. Il regolamento
opera un
ragionevole bilanciamento tra il
carattere individuale dell’attribuzione e criteri di equità
e
solidarietà sociale;
e) non aver maturato i requisiti per il
trattamento pensionistico;
f) non essere in possesso a livello
individuale di un patrimonio mobiliare o immobiliare superiore a
quanto stabilito dal regolamento di
attuazione di cui all’articolo 1, comma 4. Il regolamento assicura
che nella determinazione della soglia
patrimoniale oltre la quale si perde il diritto al reddito minimo
garantito non si tenga conto della
titolarità della casa di prima abitazione, né degli altri beni
mobili e
immobili necessari alla
soddisfazione dei bisogni primari della persona, come indicati
dall'art. 5,
comma 2.
Art. 5.
(Compiti delle regioni e degli enti
locali)
1. In sede di Conferenza unificata di
cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,
e successive modificazioni, sono
definite, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, le linee guida per il
riconoscimento e l’erogazione di prestazioni di reddito minimo
garantito nelle forme dirette e
indirette, ulteriori e aggiuntive rispetto a quanto previsto
dall’art. 3.
2. Le linee di guida di cui al comma 1
stabiliscono le modalità con cui:
a) garantire la circolazione gratuita,
previo accordo con gli enti e con i soggetti privati interessati,
sulle linee di trasporto pubblico
locale e regionale su gomma, rotaia e metropolitane;
b) favorire la fruizione di attività e
servizi di carattere culturale, ricreativo o sportivo;
c) contribuire al pagamento delle
forniture di pubblici servizi;
d) garantire la gratuità dei libri di
testo scolastici;
e) erogare contributi per ridurre
l’incidenza del costo dell’affitto sul reddito percepito nei
confronti
dei soggetti beneficiari di cui
all’articolo 4, titolari di contratto di locazione;
f) garantire la gratuità delle
prestazioni sanitarie;
g) erogare somme in denaro
aggiuntive rispetto a quelle di cui all’articolo 3, tenuto
conto delle
particolari esigenze di protezione e
sostegno nei differenti contesti territoriali.
3. Le regioni che intendono partecipare
al raggiungimento degli obiettivi definiti nelle linee guida di
cui al comma 1, di concerto con i
comuni e gli enti locali, stabiliscono un piano d’azione annuale e
un piano d’azione triennale, nel
quale definiscono la platea dei beneficiari e il contenuto dei
diritti
da garantire che eccedono i livelli
essenziali di cui all’articolo 3.
Art. 6
(Durata del beneficio e obblighi del
beneficiario)
1. Il provvedimento di concessione del
reddito minimo garantito ha una durata di dodici mesi. Alla
scadenza del periodo indicato il
beneficiario che intenda continuare a percepire il reddito minimo
garantito è tenuto a ripresentare
la domanda al centro per l'impiego competente con le
modalità
stabilite dal regolamento d'attuazione
di cui all'articolo 1, comma 4.
2. Il beneficiario è tenuto a
comunicare tempestivamente al centro per l'impiego, con le modalità
stabilite dal regolamento d'attuazione
di cui all'articolo 1, comma 4, ogni variazione della propria
situazione reddituale, lavorativa,
familiare o patrimoniale rilevante ai fini dell'erogazione del
reddito minimo garantito.
Art. 7
(Sospensione, esclusione e decadenza
dalle prestazioni)
1. Nel caso in cui uno dei beneficiari
di cui all’articolo 4, comma 1, all’atto della presentazione
dell’istanza o nelle successive
sue integrazioni, dichiari il falso in ordine anche ad uno
solo dei
requisiti previsti, l’erogazione
delle prestazioni di cui all’articolo 3 è sospesa e il
beneficiario
medesimo è tenuto alla restituzione di
quanto indebitamente percepito ed è escluso dalla possibilità
di richiedere l’erogazione di tali
prestazioni, pur ricorrendone i presupposti, per un periodo doppio
di quello nel quale ne abbia
indebitamente beneficiato.
2. Il beneficiario decade dal reddito
minimo garantito al compimento dell’età di 65 anni ovvero al
raggiungimento dell’età
pensionabile.
3. La decadenza dalle prestazioni di
cui all’articolo 3 opera nel caso in cui il beneficiario venga
assunto con un contratto di lavoro
subordinato o parasubordinato, ovvero nel caso in cui lo stesso
svolga un’attività lavorativa di
natura autonoma, ed in tutti i casi, qualora percepisca un
reddito
imponibile superiore alla soglia di cui
all’articolo 4, comma 1, lettera c).
4. La decadenza opera altresì nel caso
in cui il beneficiario rifiuti una proposta di impiego offerta
dal centro per l’impiego
territorialmente competente.
5. Non opera la decadenza di cui
al comma 4 nella ipotesi di non congruità della proposta
di
impiego, ove la stessa non tenga
conto del salario precedentemente percepito dal soggetto
interessato, della professionalità
acquisita, della formazione ricevuta e del riconoscimento
delle
competenze formali e informali in suo
possesso certificate dal centro per l’impiego territorialmente
competente attraverso l’erogazione di
un bilancio di competenze.
6. In caso di rifiuto, di sospensione o
di decadenza dalle prestazioni di cui all’articolo 3 i centri per
l’impiego rendono un provvedimento
motivato da notificare all’interessato. Tutte le
controversie
relative alla presente legge sono
esenti da spese.
Art. 8
(Oneri derivanti dal reddito minimo
garantito)
1. Il reddito minimo garantito è
erogato dall’INPS a seguito di comunicazione del centro per
l’impiego competente.
2. A tal fine sono trasferite dal
bilancio dello Stato all'INPS le somme necessarie, con conguaglio,
alla fine di ogni esercizio, sulla base
di specifica rendicontazione.
3. Per il finanziamento del reddito
minimo garantito di cui all'articolo 3 è istituito un Fondo presso
la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, in cui confluiscono dotazioni provenienti dalla
fiscalità
generale.
Art. 9
(Delega al Governo in materia di
riordino della spesa assistenziale)
1. Il Governo è delegato, entro
il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della
presente
legge, a riordinare la disciplina delle
prestazioni assistenziali erogate dallo Stato di cui all'allegato
B, in modo da renderle coerenti con
l'istituzione del reddito minimo garantito prevista nella presente
legge.
Art. 10
(Delega al Governo in materia di
ammortizzatori sociali)
1. Il Governo è delegato, entro
il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della
presente
legge, a riformare la disciplina degli
ammortizzatori sociali, in modo tale da introdurre un sussidio
unico di disoccupazione, esteso a
tutte le categorie di lavoratori in stato di disoccupazione,
indipendentemente dalla tipologia
contrattuale di provenienza e dall'anzianità contributiva e
assicurativa.
Art. 11
(Delega al Governo in materia di
istituzione del salario minimo garantito)
1. Il Governo è delegato, entro
il termine di novanta giorni dall'entrata in vigore della
presente
legge, a stabilire le modalità di
determinazione del compenso orario minimo applicabile a tutti
i
rapporti aventi ad oggetto una
prestazione lavorativa, inclusi quelli di natura
parasubordinata e
quelli con contenuto formativo.
2. Il salario base dei lavoratori
dipendenti e parasubordinati non può essere determinato in misura
tale che il reddito del lavoratore
risulti inferiore a quello che risulterebbe dall'applicazione
del
compenso orario minimo di cui al comma
1.
ALLEGATO A – Coefficienti di
maggiorazione dl reddito minimo garantito in ragione del
numero di familiari a carico.
Numero di componenti Coefficiente
Beneficio erogato
1 1 600
2 1,66 1000
3 2,22 1330
4 2,72 1630
5 3,16 1900
ALLEGATO B – Prestazioni
assistenziali erogate dallo Stato oggetto di riordino.
Denominazione
della misura
Riferimento legislativo
Assegno sociale Legge 335/95
Pensione sociale Art. 26, legge 153/69
Assegno ai nuclei familiari
numerosi
Art. 65 legge 488/1998
Assegno di maternità di base Art. 74
del D.Lgs. 151/2001
Pensione di inabilità Legge 118/1971
Indennità di frequenza Legge 118/1971
Assegno di invalidità Legge 118/1971
Pensione per i ciechi Legge 66/1962
Pensione ai sordi Legge 381/1971
Social card minori Decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112
convertito con modificazioni nella
legge
133/2008
Social card anziani Decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112
convertito con modificazioni nella
legge
133/2008
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venerdì 8 giugno 2012
un uomo indignato
Guardando i miei figli mi
chiedo spesso , ma il mondo che un giorno incontreranno veramente
cosa gli potrà offrire? .
Come potranno affrontare
la vita ? Come riusciranno a realizzare i loro sogni nel cassetto ?.
Ammetto nel profondo una
grande angoscia e cerco subito di cancellare dalla mia testa questo
pensiero .
Penso che moltissimi
vivono questa preoccupazione ora con grande e penosa angoscia.
Da anni ormai non esiste
un vero stato sociale che permette a tutti ed in modo giusto , di
poter accedere ai propri sogni e desideri.
Viviamo in un paese che
per due decenni ha mostrato a tutti un mondo di plastica , irreale e
lontanissimo dalla realtà. Un mondo dove essere una velina o un
partecipante al grande fratello ti da libero accesso al denaro , alla
notorietà ed al successo. Spesso alla semplice domanda del numero
delle Regioni Italiane e dei loro nomi si producono risposte da
Zelig.
Abbiamo una Istruzione
che cade a pezzi e che miracolosamente si sorregge spesso sulla buona
volontà ed impegno di chi vi lavora .
Non investiamo nulla
nella Ricerca e nella Cultura , non a caso nelle prime 200 Università
del mondo ne abbiamo appena due in classifica .
Però siamo tra i primi 8
paesi al mondo negli investimenti in spese militari .
Strano e assurdo il
nostro paese , siamo pieni di enorme volontà e tenacia ma purtroppo
questa con gli anni si sta purtroppo affievolendo sopratutto nei
giovani.
Chiediamoci a come
pensare di poter crescere veramente se non si punta seriamente su di
loro?
E' mai possibile alcuni
ragazzi che già a 20 anni si sentono inutili , non crea un enorme
buco nello stomaco a chi ci governa?
Come si fa a non
ascoltare il loro dramma e le loro preoccupazioni senza porre ad esse
un benché minimo rimedio?
Allo stato delle cose le
parola magiche sono rigore e sacrifici per tutti o quasi. Infatti il
rigore ed il sacrifico è semplicemente addossato su chi è già
abbondantemente stato “ abituato “ per anni a questo spesso
inutile martirio.
Spesso mi chiedo ma
questa croce da calvario evangelico , è mai possibile che deve
essere sopportata sempre dalle stesse medesime persone e famiglie.
Lavoratori onesti , pensionati e precari. Sempre le medesime persone
, quasi un destino naturale il loro . La cosa che poi mi crea una
rabbia immensa e che poi servissero veramente a qualche cosa questi
sacrifici. Vi fosse realmente un ritorno vero in ricchezza di diritti
, di servizi pubblici , in una migliore sanità, in eccellente
Istruzione, in un semplice ma urgente bisogno di serenità e
stabilità.
Nulla di tutto questo ,
anzi si è ormai arrivati al limite in cui vi sono quasi 30 milioni
di italiani che ormai sono stremati e disperatamente riescono a
raggiungere la seconda settimana del mese con il proprio stipendio . Ormai i disoccupati sono diventati una classe sociale "felicemente" accompagnati dai precari
Ma alla fine cosa
porterà tutto questo ?
Personalmente sono
preoccupato veramente che ormai il punto di non ritorno ormai si è
superato .
Non è pessimismo ma una
semplice riflessione a voce alta.
Io mi sono stancato di
vedere e di sentire di donne e di uomini che arrancano , che soffrono
e che sono incazzati di come stanno andando le loro vite. Io sono
veramente indignato nel vedere che tutto rimane immobile anzi
peggiora di giorno in giorno , senza che a questo i nostri
cattedratici tecnici bocconiani si impegnino veramente per loro.
Anzi più continuano nella loro fredda applicazione di semplici
formule finanziare e matematiche , nemmeno da loro prodotte , nei
confronti della carne degli esseri umani , e maggiore è la ferita
che producono.
La soluzione : se ne
devono andare a gambe levate perché hanno fallito. Hanno solo
aumentato sempre di più la disperazione e la non speranza di noi
tutti , aumentando la distanza ormai siderale tra i ricchi ( che lo
sono sempre di più ) ed i poveri ( idem). Hanno generato una
frattura nella società enorme tra chi si compra un Suv in contanti e
tra chi invece riesce a malapena a permettersi dei piccoli sogni a
rate.
Il tempo è scaduto come
la fase uno di questo governo che consisteva solo nel rigore e che
doveva avere un limite ben preciso , ma che invece è quella che
rimarrà fino al 2013.
In questi mesi di governo
siamo riusciti solo a pagare gli interessi di un debito che poi non è
stato nemmeno da noi causato e con cosa, semplice con in nostri
miseri soldi.
I cittadini sono stremati
, disillusi , indignati , stufi e ….ne potrei inserire altri 20 di
simili aggettivi.
Di soluzioni alternative
ve ne sono di tante :
ridistribuzione del
reddito
patrimoniale
taglio alle spese
militari
ridefinizione dei
criteri del patto di stabilità per gli enti locali
reddito minimo garantito
investimento nella
riconversione ecologica e nella messa in sicurezza del territorio
lotta vera alla evasione
fiscale
combattere le mafie con
forza
forte tassazione delle
rendite finanziare
e tanto altro.......
ma si sa , se nessuno ha
il coraggio di staccare la spina a questo governo o perché ama i
drammi di Samuel Beckett oppure crede che Jerry Scotti sia un nuovo
salvatore della patria e non una semplice marca di Riso da mangiare o
addirittura crede ancora che la famiglia sia solo una semplice
unione tra un uomo ed una donna e considera anche l'omosessualità
una grave malattia contagiosa...beh allora siamo proprio messi
veramente male.
Un uomo indignato
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