Sarebbe bello poter dire che il Giorno della Memoria è una ricorrenza oramai inutile, una celebrazione vuota. Poter dire che ormai l'orrore e il ripudio nei confronti della shoah sono dati acquisiti alla coscienza collettiva che non meritano una apposita ricorrenza per ribadirli. E invece siamo qui, nel 2013, ad avere ancora tanto bisogno di ricordare, di raccontare, di rivivere quella stagione cupa della storia della nostra Europa e della nostra Italia. E non solo per il dovere della memoria ma per la necessità del presente e del futuro. Gli arresti a Napoli di militanti dell'estrema destra accusati di preparare un attentato ad un negozio di un commerciante ebreo e di progettare lo stupro di una ragazza ebrea, nonché gli innumerevoli episodi che testimoniano il persistere di frange politiche ispirate al nazismo e al fascismo impegnate a diffondere germi di cattiveria razzista e a far proselitismo alla violenza e all?intolleranza, dimostrano quanto sia necessario oggi il Giorno della Memoria. La recrudescenza a livello italiano e europeo della malattia fascista, nelle nuove e varie forme che oggi assume, ha bisogno di un?azione di contrasto sia culturale sia giudiziaria. La lotta contro il razzismo, la xenofobia, l'omofobia, l'antisemitismo, è infatti un obbligo civile e morale proprio dell'identità europea nella quale vogliamo riconoscerci e sulla quale costruire una Europa più libera e più solidale di quanto sia ora. Per questo serve la battaglia culturale, e serve la repressione e il controllo.
In questi giorni un tribunale francese ha chiesto a Twitter di consegnare i dati personali degli autori di messaggi razzisti o anti-semiti pubblicati sul social network, per poterli identificare e impedire che la rete diventi un mezzo di propagazione di odio. In Italia abbiamo una invece una legge Mancino che troppo spesso resta solo sulla carta e non diventa strumento di repressione, e di prevenzione di episodi orribili. Ricordiamo, tra l'altro, la strage di senegalesi al mercato di Firenze il 14 dicembre 2012 ad opera di un estremista di destra. E ricordiamo che la grande Miriam Makeba è morta nel nostro paese, venuta a portare il conforto e la solidarietà della sua musica ai migranti vittime della camorra e del razzismo.
Nel nostro paese persiste un atteggiamento di indulgenza verso il periodo nero della nostra storia: si erigono monumenti a gerarchi, si sdoganano allegramente movimenti politici che si richiamano ai carnefici della storia, e alcuni politici alfieri del nuovo non si fanno remora di assumere espressioni e atteggiamenti che rimandano direttamente al dittatore fascista. Serviranno ancora molti Giorni della Memoria, non ne basta uno solo all'anno, e servirà soprattutto l?impegno di tutte le forze civili e democratiche del paese, per lasciarsi alle spalle davvero un passato triste che non vuole passare. Le prossime elezioni politiche serviranno a tante cose, fondamentali per il nostro paese, e dovranno servire anche a questo.
Luca De Marco
coord. prov.SEL
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