Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

giovedì 31 gennaio 2013

Pape Diaw a Mogliano Veneto









Venerdì 1 Febbraio alle ore 21 presso la saletta Aldo Moro, quartiere Est, Sinistra Ecologia Libertà presenterà alla cittadinanza il candidato del Veneto per il Senato Pape Diaw .

 Pape Diaw, nato in Senegal nel 1960 è il Presidente della Comunità senegalese fiorentina ed è stato per cinque anni Consigliere Comunale a Firenze.

 L' incontro si declinerà seguendo questi sei argomenti principali:
1) Proposta di legge “L’Italia sono anch’io” per cambiare nella nostra legislazione il principio con cui si assegna la cittadinanza e passare quindi dallo “iure sanguinis” allo “iure soli”, dando così la possibilità a tutti i figli di migranti che nascono e crescono in Italia di essere riconosciuti a tutti gli effetti cittadini Italiani;
2) Legge Bossi-Fini;
3) Reato di clandestinità;
4) Importanza degli immigrati nella nostra economia;
5) Nuove politiche dell’accoglienza;

vi aspettiamo ...


sabato 26 gennaio 2013

Dieci, cento, mille Giorni della Memoria




Sarebbe bello poter dire che il Giorno della Memoria è una ricorrenza oramai inutile, una celebrazione vuota. Poter dire che ormai l'orrore e il ripudio nei confronti della shoah sono dati acquisiti alla coscienza collettiva che non meritano una apposita ricorrenza per ribadirli. E invece siamo qui, nel 2013, ad avere ancora tanto bisogno di ricordare, di raccontare, di rivivere quella stagione cupa della storia della nostra Europa e della nostra Italia.  E non solo per il dovere della memoria ma per la necessità del presente e del futuro. Gli arresti a Napoli di militanti dell'estrema destra accusati di preparare un attentato ad un negozio di un commerciante ebreo e di progettare lo stupro di una ragazza ebrea, nonché gli innumerevoli episodi che testimoniano il persistere di frange politiche ispirate al nazismo e al fascismo impegnate a diffondere germi di cattiveria razzista e a far proselitismo alla violenza e all?intolleranza, dimostrano quanto sia necessario oggi il Giorno della Memoria. La recrudescenza a livello italiano e europeo della malattia fascista, nelle nuove e varie forme che oggi assume, ha bisogno di un?azione di contrasto sia culturale sia giudiziaria. La lotta contro il razzismo, la xenofobia, l'omofobia, l'antisemitismo, è infatti un obbligo civile e morale proprio dell'identità europea nella quale vogliamo riconoscerci e sulla quale costruire una Europa più libera e più solidale di quanto sia ora. Per questo serve la battaglia culturale, e serve la repressione e il controllo.
In questi giorni un tribunale francese ha chiesto a Twitter di consegnare i dati personali degli autori di messaggi razzisti o anti-semiti pubblicati sul social network, per poterli identificare e impedire che la rete diventi un mezzo di propagazione di odio. In Italia abbiamo una invece una legge Mancino che troppo spesso resta solo sulla carta e non diventa strumento di repressione, e di prevenzione di episodi orribili. Ricordiamo, tra l'altro, la strage di senegalesi al mercato di Firenze il 14 dicembre 2012 ad opera di un estremista di destra. E ricordiamo che la grande Miriam Makeba è morta nel nostro paese, venuta a portare il conforto e la solidarietà della sua musica ai migranti vittime della camorra e del razzismo.
Nel nostro paese persiste un atteggiamento di indulgenza verso il periodo nero della nostra storia: si erigono monumenti a gerarchi, si sdoganano allegramente movimenti politici che si richiamano ai carnefici della storia, e alcuni politici alfieri del nuovo non si fanno remora di assumere espressioni e atteggiamenti che rimandano direttamente al dittatore fascista. Serviranno ancora molti Giorni della Memoria, non ne basta uno solo all'anno, e servirà soprattutto l?impegno di tutte le forze civili e democratiche del paese, per lasciarsi alle spalle davvero un passato triste che non vuole passare. Le prossime elezioni politiche serviranno a tante cose, fondamentali per il nostro paese, e dovranno servire anche a questo.

Luca De Marco
coord. prov.SEL

venerdì 18 gennaio 2013

IO CI CREDO


Di questi tempi ho notato che tra la gente c’è una sorta di scoraggiamento generale verso tutto ciò che riguarda non solo la sfera pubblica, ma molto più semplicemente verso l’ altro che ci sta vicino. Il passaggio fondamentale che non si riesce a superare e che crea il distacco è il credere e il dare fiducia, molto più sicure e accoglienti sono invece le grandi e calde braccia del disinteresse, del populismo, della generalizzazione e del sentirsi estranei rispetto a tutto ciò che ci circonda e che è altro rispetto alla nostra monotona quotidianità. Questa pigra repulsione non è altro se non il risultato di anni in cui siamo stati trattati come pubblico pagante di un raccapricciante show a cui non avremo voluto partecipare, spettatori passivi i cui compiti consistevano solamente nell’ascoltare, votare per poi tacere o sfogarsi direttamente al bar con gli amici. L’ arena della vita democratica è passata dalle piazze e dai luoghi di aggregazione ad uno sterile schermo o a delle inaccessibili stanze dei bottoni, delegittimando il cittadino del suo essere tale e anestetizzando la sua naturale inclinazione alla socialità e alla comunità, perché non aveva più spazi per esprimerla.
Nonostante tutto questo abbiamo ancora la possibilità di scegliere se accontentarci o se invece sia il caso di accettare quella che a tutti gli effetti è una sfida, dall’esito non prognosticabile e con mille insidie che ci aspettano lungo il percorso. Uniche risorse a disposizione per questo viaggio sono la fiducia, il servizio e l’ amore per il prossimo.
Io la mia scelta l’ ho presa esattamente un’ anno fa:  ho voluto stare con i più deboli, con gli immigrati, con gli omosessuali, con gli handicappati, con gli anziani soli, con i lavoratori in cassa integrazione e con quelli con già la lettera di licenziamento in mano; ho scelto che la donna sia soggetto e più oggetto nella nostra cultura,  che l’ economia sia al servizio della società e non viceversa, che le scuole diventino le fondamenta solide su cui costruire gli uomini del domani, che l’ ambiente sia trattato non come uno  zerbino su cui lasciare le nostre sporcizie ma come la scena dove si dovranno misurare i miei figli; lotto perché la cultura non sia vista come un’inerte monumento ai caduti da commemorare una tantum, ma bensì come pane indispensabile per sfamare gli ultimi.
Se mi chiedessero poi di sintetizzare questo che per me è stato uno dei passaggi fondamentali della mia vita non avrei dubbi: Sinistra. Qualcuno probabilmente mi additerà come conservatore, ma anche se fosse non credo al riformismo a tutti i costi, senza se e senza ma, i temi di cui vi ho parlato sono per me i cardini su cui basare la società del futuro. Il progresso senza i diritti viaggia verso il baratro dell’ autodistruzione.
Non credo alla politica del compromesso, alla cosiddetta moderazione, poiché questo dar da mangiare agli appetiti di tutti ha fatto sì che siamo l’ unico paese dove non esiste una legge contro l’ omofobia, dove c’è un sistema carcerario preistorico che inneggia l’ uomo al suicidio, dove c’è ancora chi muore di fame, dove gli immigrati se vogliono andare a curarsi possono essere denunciati dal medico, dove c’è una corruzione stimata in 60 miliardi l’ anno e dove l’evasione fiscale arriva a toccare i 120 miliardi, dove in parlamento possono andarci i mafiosi e dove invece i migliori cervelli vengono fatti marcire agli uffici di collocamento o esiliati con un biglietto di sola andata verso più lungimiranti nidi.
Ho deciso di non accontentarmi, di non buttare via il bambino con l’ acqua sporca, ho cioè cominciato a credere che esistesse una buona politica, in cui si mette se stessi a servizio di qualcun altro per il suo bene, molte volte sacrificando anche il proprio. Ho aderito a quello che non è solo un progetto, è il sogno di come vorrei fosse il mondo per i miei figli, per le persone a cui voglio bene e anche per quelle a cui non ne voglio.
Mi sono così innamorato di una donna meravigliosa, di cui già Dante ne scriveva le lodi: “Così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di fiamma color viva”. Si chiama Italia.
Mi fido, amo, sogno e non ho paura per questo ho scelto Sinistra Ecologia E Libertà.


Giacomo Nilandi

giovedì 17 gennaio 2013

Ora tutti insieme diamo il benvenuto a un'Italia migliore, che non ha paura di cambiare



C’è un video che gira molto su internet. In questo video c’è una persona, smaccatamente nera, chiaramente di quell’Africa che definiamo sahariana. Anzi, subsahariana. E questa persona dice cose di buon senso, le dice con un’eccellente proprietà di linguaggio, e, nel breve tempo che ha, descrive le sue opinioni e gli eventi che cita con capacità d’analisi e passione: può essere che esageri un po’ nelle definizioni, ma anche questa esagerazione è in tono – è quasi necessaria – con la questione assurda, terribile e vergognosa che è accaduta a Firenze.
Il titolo del video, quello con cui viene condiviso è “discorso di un senegalese umilia certi italiani”. E io, dalla prima volta che l’ho visto, prima ancora di imparare che quel signore si chiama Pape Diaw, che è il portavoce della comunità senegalese, che è stato per cinque anni consigliere comunale a Firenze per il centrosinistra, che è molto più che “un senegalese”, avevo un qualche fastidio nel leggere il generale entusiasmo per quelle parole – giuste, sacrosante, normali – che riuscivo solo a intuire.
Così ci ho riflettuto su, per decifrare quella linea di insofferenza che percepivo. E credo di aver capito che quello che mi infastidisce è che Diaw sia celebrato per delle cose che, dette da un italiano, non incontrerebbero 99 di quei 100 entusiasmi. È il fatto che per “un senegalese” abbiamo un orizzonte d’attesa più basso, come se ci aspettassimo meno, al punto da tradire stupore quando quel senegalese è una persona per bene, colta, ragionevole, normale. Volenti o nolenti, e per fortuna, siamo oramai un Paese multietnico, ci sono senegalesi che sono in Italia da quarant’anni, se li si può ancora chiamare senegalesi. Considerare sorprendente e degno di nota che esistano immigrati che mangiano in testa ai peggiori fra gli italiani è, come dire, un po’ razzista.
Ora direte: ma dove li metti quegli altri? Quelli peggiori, quelli che pensano e dicono cose razziste. Non so dove li metto, ma non sono generalmente il mio interlocutore immaginario. Davvero dobbiamo sempre prendere una posizione immaginando Borghezio come interlocutore? Davvero il nostro confronto dev’essere, sempre, con l’ultimo nella sala che dice le cose peggiori? Non è un po’ facile, così?


PAPE DIAW

CAPOLISTA SENATO  REGIONE VENETO
DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

venerdì 4 gennaio 2013

Possiamo cambiare strada



Nichi Vendola mi ha proposto nei giorni scorsi di essere candidato come indipendente per Sinistra Ecologia e Libertà alle elezioni politiche del 24-25 febbraio 2013. Ho accettato, perché le prossime elezioni – dopo i lunghi anni di Berlusconi e un anno durissimo di “governo tecnico” di Mario Monti – sono decisive per la possibilità di uscire dalla crisi, di cambiare strada. Le elezioni sono decisive anche per la democrazia in questo paese, per la possibilità di rinnovare una politica che si è drammaticamente allontanata dalla società. Per questo ho accettato un invito a candidarmi che rappresenta un riconoscimento – al di là del mio impegno di questi anni nella società civile e nei movimenti – al lavoro fatto in 14 anni dalla campagna Sbilanciamoci!, alle sue elaborazioni e proposte. È una scelta che rappresenta una sfida a portare le nostre“controfinanziarie” in Parlamento e a trasformarle – almeno in parte – in politiche concrete. Sarà difficile, gli spazi di cambiamento saranno stretti, toccherà a tutti noi tenere alta la mobilitazione, ma credo che valga la pena provarci. Si tratta di dimostrare – come ha fatto Sbilanciamoci! in questi anni – che un'alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità è possibile.
Il lavoro di Sbilanciamoci! in questi anni – dalle proposte sull'Europa alle campagne contro le spese militari, dalle “Contro-Cernobbio” alle alternative al Pil – ha mostrato come i movimenti, con le loro competenze e i loro saperi, siano capaci di costruire proposte alternative credibili, efficaci, realizzabili. Proposte di cui oggi c'è sempre più bisogno per costruire un’economia sostenibile sul piano ambientale e sociale, una società fondata sui diritti, la giustizia, l’uguaglianza, la pace. Se questo lavoro entra in Parlamento – e con questo l'opposizione a scelte sbagliate come i cacciabombardieri F35, le grandi opere della Tav e del Ponte sullo Stretto, le privatizzazioni dei beni pubblici, la criminalizzazione degli immigrati – ci possono essere nuove possibilità per trasformare le mobilitazioni dei movimenti in cambiamenti concreti.
Le prossime elezioni possono portare a un cambio di governo che, al posto dell'”agenda Monti”, metta un'agenda del lavoro, dei diritti, della pace e dell'ambiente. Per questo è necessario impegnarsi, dentro e fuori le istituzioni.
Se sarò eletto continuerò – in un contesto e con un ruolo diverso – a mantenere lo stesso profilo che ho avuto in questi anni: dentro i movimenti e le campagne delle associazioni, cercando di dare loro voce in Parlamento, di essere un riferimento per le mobilitazioni, di contribuire alle proposte di cambiamento.
Da sempre faccio politica dal basso, prima nel movimento studentesco, poi nel pacifismo degli anni ’80, nelle iniziative di solidarietà contro le guerre nei Balcani negli anni ’90, nelle campagne contro il neoliberismo, dal G8 di Genova alle iniziative contro la crisi dell’Europa. Nel corso degli anni ho coordinato organizzazioni come il Servizio Civile Internazionale, l'Associazione per la Pace, il Consorzio Italiano di Solidarietà, Lunaria e infine la campagna Sbilanciamoci!. Collaboro da sempre con un giornale importante per i movimenti come il manifesto, al sito www.sbilanciamoci.info e, sul terreno del lavoro culturale, ho dato il mio contributo a una rivista come Lo Straniero, alla nascita delle Edizioni dell’Asino e ho coordinato le attività didattiche della Scuola del Sociale della Provincia di Roma. È questo il mio mondo – quello della politica nella società civile – e l’impegno in Parlamento, se sarò eletto, sarà per me, come dovrebbe essere per tutti, un'esperienza limitata nel tempo: un'opportunità per portare nella politica istituzionale le esperienze della politica dal basso.
Mi sono convinto a fare questa scelta non solo per le posizioni assunte da SEL in questi anni, ma anche per la qualità della squadra di indipendenti di cui faccio parte, che rappresentano esperienze belle e significative della società civile: Laura Boldrini, da sempre impegnata per i diritti dei rifugiati con le Nazioni Unite; i sindacalisti della FIOM Giorgio Airaudo e Giovanni Barozzino (uno degli operai licenziati a Melfi da Marchionne); Ida Dominijanni a lungo almanifesto; Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana; Pap Diaw, della comunità senegalese di Firenze; Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei, la femminista e attivista antimafia Celeste Costantino, il rettore dell'Università di Foggia, Giulio Volpe.
La campagna Sbilanciamoci! – al di là del mio ruolo che cambia – continuerà a mantenere la sua capacità di proposta e mobilitazione, a mantenere l'autonomia da ogni forza politica e da ogni governo. Senza fare sconti a nessuno.
È grazie all'autonomia e alla radicalità dei movimenti che la politica in Italia può cambiare, rilanciando la partecipazione e rinnovando la democrazia. La sfida è costruire una via d'uscita dalla crisi, un’alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità. Le nostre mobilitazioni oggi possono incidere sui rapporti di forza in Parlamento, influenzare la composizione e le scelte del prossimo governo.
Possiamo cambiare strada. È una sfida che vale la pena raccogliere.

Giulio Marcon :  Capolista per SEL alla Camera dei Deputati per la Circoscrizione Veneto 2