Filosofia di vita

«Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno di amore, per questo siamo belli!»

Nichi Vendola

mercoledì 11 gennaio 2012

Housing Sociale : una Casa per tutti



Avere salute, lavoro, casa, istruzione, sono gli elementi fondamentali ed indispensabili per poter condurre una vita serena e pienamente realizzata in questa nostra società.
Ma il momento di crisi economica e sociale attuale non permette a molte persone di progettare serenamente la propria vita sulle cose indispensabili : il tema della precarietà esistenziale è divenuto per le nuove generazioni la questione centrale della propria esistenza .
Il tema della casa, ad esempio è particolarmente importante soprattutto per chi vorrebbe costruire una famiglia, avere dei figli, progettare un futuro. Ma spesso le giovani coppie che vivono la precarietà del lavoro se non addirittura la disoccupazione non sono nella condizione di sostenere un affitto ai prezzi di mercato, nè tantomeno di acquistare una casa o di accedere ai bandi per l’edilizia agevolata tradizionale perchè non hanno i requisiti di accesso al bando. Leggo da una recente indagine che la questione abitativa è uno dei temi caldi in Italia: nel nostro paese il mercato delle costruzioni, nell’ultimo decennio, ha realizzato quasi esclusivamente alloggi destinati alla vendita sbarrando il percorso a categorie di persone a basso reddito come pensionati, famiglie mono parentali, giovani coppie.
E’ necessario quindi ripensare all’edilizia sociale non solo nella proposta QUANTITATIVA, ma anche in quella dove siano presenti le esigenze SOCIALI . Gli aspetti immobiliari devono essere studiati in funzione dei contenuti sociali offrendo una molteplicità di risposte per le diverse tipologie di bisogni dove il contenuto sociale è rappresentato dall’accesso a una casa dignitosa per coloro che non possono sostenere prezzi di mercato.
Tra le proposte possibili si configura il cosiddetto HOUSING SOCIALE, che altro non è che un nuovo “modus operandi”, una nuova logica di intervento nel territorio che preveda un approccio multidimensionale e compartecipativo esteso oltre alle tradizionali politiche della casa, del lavoro e del reddito.
L’housing sociale prevede che il problema dell’accesso alla casa in locazione debba essere valutato in base al reddito disponibile: per le fasce più deboli il ripristino dell’edilizia sociale all’interno delle politiche di welfare, mentre per le fasce di reddito superiore, ma che non riescono a sostenere comunque i prezzi di mercato, si prevede di attuare un coordinamento tra intervento pubblico ed iniziativa privata per offrire alloggi a canone sostenibile .
La sinergia tra pubblico e privato consisterebbe nell’ estendere all’offerta di abitazioni anche misure di sostegno finanziario all’affitto, o a programmi mirati di quartiere.
Diventerebbe inoltre fondamentale la rete di supporto e di accompagnamento degli utenti, la facilitazione dei percorsi di convivenza e di inserimento, il coinvolgimento attivo degli abitanti nella soluzione dei problemi.
I processi partecipativi dovrebbero essere supportati da esperti che con competenze specifiche affianchino gli interventi legislativi ed edilizi nella definizione dei criteri di accesso all’edilizia convenzionata, predisponendo con i soggetti attuatori e i gestori, un percorso di inserimento delle nuove famiglie che faciliti la conoscenza reciproca e l’integrazione nel quartiere, coinvolgendo gli abitanti in alcune fasi del progetto, gestendo il regolamento di buona convivenza e gli spazi comuni.
Riassumendo: sono quattro le tipologie in atto di housing sociale già presenti in alcune regioni italiane:
1-l’offerta di affitto a costi contenuti
2-accesso alla proprietà o all’autocostruzione per fascie a reddito medio-basso
3-soluzioni residenziali per bisogni speciali temporanei (comunità alloggio, pensionati)
4-soluzioni alternative agli insediamenti illegali valide anche per persone immigrate
Insomma, la problematica abitativa non deve costituire un elemento di esclusione sociale, auspichiamo invece che anche nel nostro Comune si guardi a forme ed a percorsi di gestione del welfare e di edilizia sociale partecipata per un nuovo progetto di società.

Fiorella Fighera

(informazioni tratte da ABCittà, ) 

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