L'istituto di pena Trevigiano ovvero la casa circondariale di
Treviso è un carcere che si trova in comune Treviso.
La struttura, aperta sul finire degli anni 1940, si articola in tre sezioni: una "circondariale", dove si trovano i detenuti in attesa di processo, una "di reclusione", per i detenuti condannati in via definitiva, e una piccola area dedicata ai detenuti in semilibertà.
L'istituto è in grado di ospitare 127 detenuti e sette semiliberi, ma la capienza definita "tollerabile" raggiunge i 151 detenuti.
La struttura, aperta sul finire degli anni 1940, si articola in tre sezioni: una "circondariale", dove si trovano i detenuti in attesa di processo, una "di reclusione", per i detenuti condannati in via definitiva, e una piccola area dedicata ai detenuti in semilibertà.
L'istituto è in grado di ospitare 127 detenuti e sette semiliberi, ma la capienza definita "tollerabile" raggiunge i 151 detenuti.
Ora
secondo gli ultimi dati ricevuti, il numero di persone presenti all'interno
della struttura, supera abbondantemente le 210 unità.
Come tutte le carceri italiane anche quello di Treviso soffre di problematiche di sovraffollamento, i detenuti hanno espresso il loro disagio con varie forme di protesta.
Come tutte le carceri italiane anche quello di Treviso soffre di problematiche di sovraffollamento, i detenuti hanno espresso il loro disagio con varie forme di protesta.
La
visita è iniziata con un primo incontro, con il direttore del carcere, cui
abbiamo posto una serie di domande sullo stato dei detenuti, sullo stato della
struttura (molto vecchia) e sulla situazione di sovraffollamento presente nelle
celle.
Certamente
il quadro descritto non è stato confortante. Ormai nella struttura
penitenziaria è presente una serie di detenuti. Molti sono quelli in attesa di
giudizio e numerosi sono i presenti a causa della legge Fini Giovanardi.
Ci
siamo resi disponibili subito (per le nostre possibilità), a cercare di
mitigare il disagio dello stato di chi vive all'interno, attraverso l'impegno
per una rapida sistemazione del campo di calcio e non solo (un ampio spazio
all'aria aperta, dedicato allo sport), e quello di trovare le risorse
necessarie per diminuire le mancanze igieniche (saponi o altro) e anche quella
di continuare nella azione della provincia accanto al carcere, attraverso
l'ordine di casette di legno per i nidi di uccelli , con cui i detenuti possono dedicare
il loro tempo lontano dalle celle, lavorando nella falegnameria dell'istituto di pena.
Forte comunque è stato un senso di grande
oppressione presente in tutti , causato dal pensiero di come molti detenuti
vivono sempre al limite di una qualsiasi forma di rispetto dei diritti umani.
Che paese è quello nel quale, magari da diverso tempo, ci sono persone in attesa di giudizio; nel quale persone sono rimaste in carcere in funzione di una legge ritenuta dalla corte costituzionale, dopo tanto tempo, contenente norme illegittime! Nel quale diverse persone sono state od hanno rischiato il carcere solo per la loro condizione esistenziale di clandestini; nel quale nel tempo si è abolito il falso in bilancio (e quindi azioni ben identificate in una certa direzione), nel quale si è proposto diverse volte di abolire l'obbligo dell'azione penale dei magistrati, si è cercato o si è riusciti a ridefinire ed accorciare i tempi di prescrizione per alcuni reati. Nel quale si pensa che il consenso e la capacità di produrlo e di ottenerlo ponga qualcuno nella condizione di essere al di sopra delle leggi e delle regole democratiche.
RispondiEliminaUn paese nel quale, mentre una persona,che, magari dopo tanto tempo potrebbe risultare innocente, è in galera in attesa di giudizio, qualcun altro, magari condannato in via definitiva, risulta essere e viene riconosciuto come protagonista di decisioni importanti per i nostri assetti istituzionali e per le decisioni politiche del nostro paese, avvalendosi dell'idea che è persona capace di produrre e vendere bene il prodotto che si chiama "consenso". Forse un paese nel quale la democrazia viene sostituita dal marketing.
Luca