Dobbiamo fare i conti con la realtà. La crisi economica sta facendo chiudere attività industriali, commerciali, desertifica le nostre città, e lo vediamo bene anche da noi, nel nostro quartiere (Ovest) dove la zona industriale è divenuta semi-abbandonata e nel centro La Piazza si prospettano soluzioni diverse, una tra queste quella della realizzazione di un luogo di culto islamico.
La società intera sta cambiando e risente della globalizzazione in cui circolano liberamente i capitali, le merci e le informazioni.
L’evidenza della situazione ci fa capire che i migranti sono l’elemento umano della globalizzazione, l’avanguardia del mondo del futuro. Rifiutare questa idea è anti-storico, va contro la realtà sociale che stiamo vivendo. Gli stranieri in Italia lavorano, vivono spesso con la loro famiglia, entrano nella realtà economica della nostra società. Ma accanto a questo è ancora lontana l’idea di una reale integrazione, a partire dalla cittadinanza per i propri figli, alla possibilità di poter avere luoghi di culto senza che si scatenino polemiche dettate dalla paura di avere come vicino di casa qualcuno che prega in modo diverso dal nostro. Ci riferiamo, appunto , all’ipotesi ventilata giornalisticamente a proposito della creazione di una moschea nei locali del commerciale La Piazza nel quartiere Ovest. Sono solo voci di periferia, ma già si paventa lo smarrimento e la paura espressa da qualche residente.
L’immigrazione va regolata, gestita, non subita. Ma non va vissuta come una minaccia.
Nel recente Parlamento è stata eletta Laura Boldrini quale Presidente alla Camera dei Deputati, persona attiva nell’ONU, nella FAO e nell’Alto Commissariato alle Nazioni Unite per i Rifugiati ed è stato istituito il Ministero dell’integrazione con Cécile Kyenge, Ministro, ad indicare della necessità per l’Italia di una nuova politica per l’ integrazione che riguardi non solo gli stranieri in Italia, ma tutti i cittadini. E’ l’inizio di un cammino nuovo, di un nuovo approccio che prevede la responsabilizzazione di tutti verso queste tematiche. La memoria dell’accoglienza che ha contraddistinto il nostro Paese non deve essere perduta. Anche nella nostra Mogliano, guardiamo all’esempio di alcuni Parroci che hanno prestato i locali della propria parrocchia per permettere a persone straniere di poter pregare nella loro religione. Ma quali paure si dovrebbero avere? Dove sarebbero la minaccia e lo scandalo?
Guardiamo Mogliano con occhi pieni di umanità, trasformiamola in un luogo accogliente dove sia possibile per tutti esprimere ed esprimersi, a ritrovare una nuova comunità più ricca e varia, aperta alle nuove sfide e trasformazioni del futuro. Senza paura.
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo “Pino D’Aguanno”
Mogliano Veneto